Vita in Abbondanza

martedì 14 aprile 2020

13. Chi è che non desidera la vita e lunghi giorni per gioire del bene? BEATI I POVERI IN SPIRITO ...!

Dopo aver percorso il cammino che i comandamenti di Dio (Esodo 20:1-17) ci pongono davanti perché lo seguiamo per avere una vita benedetta secondo la volontà di Dio, continuiamo oggi a percorrere questo meraviglioso sentiero iniziando il cammino delle Beatitudini (Matteo 5:1-12), che altro non sono a mio parere che un continuo dei comandamenti.

Il “sermone sul monte” tutto, di cui le beatitudini fanno parte, è una voce che proviene dal trono stesso di Dio. Questo messaggio è stato trasmesso agli uomini perché diventasse la loro legge morale, la luce che li illumina dal cielo, la speranza e la consolazione nello scoraggiamento, la gioia e il conforto nelle vicissitudini della vita.

Attraverso questo messaggio Cristo sottolinea quei tratti del carattere che saranno sempre approvati e benedetti.

Quando Gesù pronunciò questo sermone, la folla davanti a lui era con il cuore ricolmo di una visione di gloria rispetto al futuro. Gli scribi e i farisei di allora attendevano con impazienza il giorno in cui avrebbero potuto dominare sugli odiati romani e godere delle ricchezze e della gloria del grande impero. I contadini e i pescatori speravano di udire che i loro miseri tuguri, il loro cibo scarso e la loro dura fatica si sarebbero presto mutati in sontuosi palazzi e in una vita agiata, speravano che Cristo avrebbe offerto loro, al posto dell’unico rozzo drappo che serviva da vestito di giorno e da coperta di notte, le ricchezze e le costose vesti dei conquistatori.

Ogni cuore trasaliva d’orgoglio al pensiero che la propria nazione, Israele, l’eletto del Signore, sarebbe stato onorato davanti alle nazioni e che Gerusalemme sarebbe diventata la capitale di un regno universale.

Facendo un salto ai nostri giorni possiamo notare come il cuore umano non sia cambiato, si sente frequentemente parlare di guerre e rumori di guerre, di una nazione in lotta contro l’altra per il potere e il desiderio di supremazia, delle lotte tra ricchi e poveri, del desiderio di riscatto da parte di chi si sente ferito, debole, sfruttato e che desidera una vita agiata e di come l’orgoglio spinge l’essere umano a stilare tutta una serie di promesse che vedono lo stabilirsi di un regno universale di “pace e sicurezza” su questa terra. Non è forse a questo che anela ogni essere umano?

Cristo però deluse le speranze di grandezza terrena, lo fece allora e attraverso le stesse parole lo fa anche oggi. La concezione che il popolo di allora aveva del Messia e della sua missione era tale da impedirgli di riconoscerlo. Le tradizioni, le cerimonie e l’interpretazione arbitraria delle profezie da parte di quegli uomini orgogliosi e mondani, aveva offuscato lo spirito della vera religiosità e del regno di Dio. A quel tempo gli Ebrei accecati solo dal desiderio di un regno terreno e materialista, non aspettavano più un Salvatore che li liberasse dai loro peccati.

Mi chiedo quanto questo rispecchi la situazione odierna!

Non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno. La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode. Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti. La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza. I loro piedi sono veloci a spargere il sangue. Rovina e calamità sono sul loro cammino e non conoscono la via della pace. Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi». Romani 3:9-18

Non conoscono la via della pace! A quale pace si riferisce il Signore? C’è un solo regno che può stabilirsi su questo mondo e togliere via ogni sofferenza, ogni guerra, ogni malattia, ogni violenza, e soprattutto la morte ed è il Regno di Dio. In Apocalisse 21 leggiamo che presto Dio interverrà in modo glorioso sulla storia di questo mondo e come Creatore di tutto ciò che siamo, della nostra vita, e di tutto ciò che vediamo e non vediamo, la terra e l’universo, farà giustizia, estirperà completamente ogni radice del male e stabilirà l’unico Regno Universale di pace e vita eterna:

Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati… vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate». Allora colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio tutte le cose nuove». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono veraci e fedeli». E mi disse ancora: «È fatto! Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell'acqua della vita. Chi vince erediterà tutte le cose, e io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio. Apocalisse 21:1-7

C’è solo un regno, il Regno di Dio che è in grado di offrirci cose infinitamente migliori di quelle che conosciamo e c’è solo una VIA attraverso la quale possiamo entrarvi, Gesù Cristo, il quale in questo meraviglioso sermone, parlò delle condizioni per entrarvi, enunciando i principi del Regno di Dio che abbiamo bisogno di imparare attraverso la VIA, per poterne fare parte.

Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli

Le prime parole di Gesù furono parole di benedizione. Beati coloro che sono consapevoli della loro povertà spirituale e sentono il bisogno di una redenzione. Il Vangelo è per i poveri, gli umili, i contriti, non per gli orgogliosi che presumono di essere ricchi e di non aver bisogno di nulla. A queste persone il Signore dice:

Tu dici: «Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla», ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. Apocalisse 3:17-21.

Qual è la tua condizione di fronte a Dio? Sei come il fariseo che esclamava: - O Dio, ti ringrazio perché io non sono come gli altri uomini (Luca 18:11), o come Pietro che di fronte alla rivelazione della potenza divina di Cristo durante la pesca miracolosa cadde ai suoi piedi esclamando: - Allontanati da me, Signore, perché io sono un peccatore (Luca 5:8).

Le benedizioni offerte da Gesù sono per tutti gli uomini, anche per chi pensa di essere ricco e di non aver bisogno di nulla. Il problema è che questo tipo di persone respinge Cristo e i principi del suo regno con sdegno. Chi si sente santo, giusto, buono ed è soddisfatto di sé non prova il desiderio di accettare la grazia e la giustizia di Cristo, in questo modo chiude il suo cuore all’influsso e alle benedizioni del Salvatore. Non c’è spazio per Gesù nel cuore di una persona simile, la quale sentendosi degna di onore non cerca Gesù e il suo regno, illudendosi di aver raggiunto o di poter raggiungere un regno di pace e sicurezza con mezzi umani in questo mondo. Sono persone che pensando di essere dio di loro stesse, di avere tutto sotto controllo, si sentono a posto ma in realtà hanno un grande vuoto interiore.

Coloro che invece si rendono conto di non potersi salvare o compiere buone azioni apprezzano l’aiuto che Cristo offre loro. ESSI SONO I POVERI IN SPIRITO E DI LORO SARA’ IL REGNO DEI CIELI.

Cristo è colui che ci offre il perdono dei nostri peccati per entrare nel Suo Regno, ma prima di perdonarci Egli ci conduce al pentimento. Non c’è perdono senza il riconoscere il proprio stato di degrado, la propria colpevolezza, il proprio peccato. È lo Spirito Santo che convince il peccatore che non è in grado di fare il bene e che ogni sua azione è caratterizzata dall’egoismo e dal male. Il peccatore che si riconosce tale, in segno di sottomissione, grida come il pubblicano: - O Dio, abbi pietà di me che sono un povero peccatore! (Luca 18:13). Ed è esaudito. Quando siamo animati da questo spirito, allora Dio nella sua infinita misericordia e giustizia ci dice:

Su, venite e discutiamo»
dice il Signore.
«Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Isaia 1:18

E aggiunge:

 Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.  Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Ezechiele 36:26,27

Anche se il regno di Dio non si è ancora realizzato, siamo vicini al suo adempimento, i segni dei tempi ci mostrano come la fine del male sia vicina. Gesù vuole iniziare oggi in te l’opera di trasformazione che ti permetterà di far parte del suo regno che molto presto verrà a instaurare. Anche se noi non meritiamo l’amore di Dio, attraverso Cristo come nostro garante, possiamo essere salvati. Cristo ci invita a scambiare la nostra povertà con le ricchezze della sua grazia.

Quindi a te oggi dico: per quanto difficile siano state le tue esperienze passate, per quando scoraggianti quelle del presente, per quanto buie quelle del domani, se oggi scegli di rivolgerti a Cristo così come sei, debole, indifeso e disperato, Egli ti accoglierà. Il primo passo per essere salvato è riconoscere di aver bisogno del Salvatore, di Cristo. Egli aprirà le sue braccia affettuosamente per accoglierti e ti accorderà la sua giustizia. Se proprio adesso stai avvertendo i tuoi limiti e le tue esigenze, sappi che nulla ti viene rifiutato e Colui che possiede ogni pienezza ti dice:

Poiché così dice l'Alto e l'Eccelso, che abita l'eternità, e il cui nome è "Santo": Io dimoro nel luogo alto e santo ma sto vicino a colui che è oppresso e umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare lo spirito degli oppressi. Isaia 57:15

Possa il Signore ridarti vitalità, possa ravvivare il tuo spirito, la tua mente e il tuo corpo, rendendoti pieno di speranza e facendoti rinascere a nuova vita.

Se pensi di essere un povero in spirito, oggi hai compiuto il primo passo verso il Regno di Dio.

Dio benedica te che le leggi e coloro con i quali vorrai condividere questo prezioso messaggio.

 

sabato 11 aprile 2020

12. SII GRATO DI CIO' CHE HAI E ABBINE CURA. 7°, 8°, 9°,10° COMANDAMENTO!


Il 7°, 8°, 9°, 10° comandamento: un cammino che ti viene posto davanti per prendere atto della tua realtà!

Questi quattro comandamenti  portano il credente a considerare il valore infinito che ha la propria vita e tutto ciò che possiede e nel caso in cui volesse migliorarsi e crescere, a  farlo con l’aiuto di Dio e con le forze da Lui concesse senza desiderare di appropriarsi illecitamente di ciò che appartiene agli altri, sia esso denaro, affetti, reputazione, gloria, fama e posizione sociale. Questi comandamenti ti invitano a prendere atto della tua realtà e ad essere grato per quello che hai. 

Bisogna chiedere al Signore di darci l’umiltà di accettare che ci sono cose che possiamo raggiungere e altre no. Non dobbiamo vivere alienati nell’impossibile e in ciò che non è necessario. Occorre sviluppare una fede che ci porti a rispettare il fatto che Dio, nella sua infinita saggezza, sa cosa è meglio per noi. Non vivere tormentato a causa di quello che non sei e di quello che non hai, a causa di quello che potresti essere o avere. Bisogna imparare a sperare, tendere ad elevarci ma con l’obiettivo di raggiungere il meglio per noi e dare gloria a Dio, secondo le possibilità e le capacità che Dio ci concede e desiderando di avere in noi plasmata l’immagine di Cristo, i suoi valori, la bellezza del suo carattere, prendendo quindi Lui come metro di misura e non gli altri al punto tale da desiderare ciò che loro appartiene e competere con loro in una lotta sfrenata e priva di scrupoli. 

Bisogna disimparare la “concupiscenza” che altro non è che il continuo desiderare in modo sfrenato ciò che non ti appartiene e che non hai e che magari in questo momento non puoi avere. Ti accorgi che stai concupendo quando non vivi serenamente il tuo presente e non riesci a godere di quello che hai perché sei proiettato troppo nel volere avere sempre e sempre di più. Questo non ti porta ad avere la pace interiore, non ti porta ad avere la gioia di godere del tuo presente e di ringraziare invece per gli obiettivi che stai raggiungendo. Dio non è contrario alla nostra realizzazione come esseri umani, ma non possiamo crescere e migliorarci se non impariamo a gioire dei piccoli passi e dei sacrifici quotidiani. Proiettarci troppo nel futuro e in quello che al momento non ci è possibile raggiungere o avere, significa aprire la porta alla “disperazione”, alla “lamentela”, alla “scontentezza” tanto da non prenderci cura di quello che invece abbiamo, addossandoci anche la colpa a questo punto di non esserne “meritevoli”. 

Nello specifico:

7° Comandamento: non commettere adulterio. Questo è un comandamento che esige il rispetto intanto della “propria” affettività e poi anche di quella degli altri. Trasgredirlo implica un’aggressione morale al proprio coniuge e anche alla famiglia altrui. Oggi viviamo in una società in cui i valori morali non esistono più. Tutto è lecito. Il nostro mondo soffre di troppi problemi relativi alla dignità umana. Tra l’altro non mancano provocazioni da un punto di vista sessuale sia in tv che sui social. Consiglio di evitare di guardare programmi televisivi controproducenti e foto e immagini provocatorie sui social di donne e uomini che mettendo così in mostra i loro corpi non stanno avendo né rispetto per loro stessi né per gli altri. Alle donne soprattutto consiglio di mirare alla purezza del cuore e alla bellezza della personalità, evitate di vestire in modo provocatorio tentando e provocando così uomini che non sono il vostro coniuge. E agli uomini dico di evitare di farsi provocare da donne che purtroppo vendono il proprio corpo come fosse un oggetto a buon mercato; lasciate perdere questi inganni, non prestate attenzione, distogliete lo sguardo e chiedete a Dio invece di suscitare in voi un rinnovato amore quotidiano nei confronti delle vostre mogli

Questo comandamento condanna il tradimento (non solo fisico ma anche mentale, con lo sguardo, con le parole, usati impropriamente nei confronti di donne e uomini che non sono i nostri coniugi). Trasgredirlo significa non avere rispetto del proprio coniuge e dei suoi sentimenti. 

Per cui, ai coniugi dico: non reprimete gli slanci di affetto l’uno verso l’altro. L’amore che non si esprime si affievolisce. Non lasciate soffrire un cuore legato al vostro, trascurando di dimostrargli bontà e affetto. Siate premurosi nel riconoscere le qualità l’uno dell’altro. La convinzione di essere apprezzati rappresenta una soddisfazione e uno stimolo meravigliosi, l’amore stesso in questo modo aumenta. Dovremmo dare meno importanza a ciò che il mondo esterno può dire, e concedere una grande attenzione ai membri della famiglia. Si dovrebbe manifestare verso i membri della propria famiglia tenerezza, felicità e cortesia, perché sono le piccole attenzioni di ogni giorno che creano un ambiente felice. Se imparerete a fare questo e sarà il vostro proposito quotidiano, non avrete tempo per lasciarvi tentare da ciò che non vi appartiene e desiderare ciò che non è vostro, perché tutte le vostre energie saranno concentrate invece nella vostra relazione e rinnoverete ogni giorno il dono dell’amore. 

8° Comandamento: non rubare. Questo comandamento ci ricorda che nessuno ha il diritto di attentare alla proprietà altrui. Nel nostro mondo c’è troppa fame, povertà e miseria. Troppe differenze tra ricchi e poveri, troppe strutture sociali ingiuste, troppe persone che soffrono a causa della disoccupazione o perché sfruttate con lavori mal retribuiti. Il desiderio di lucro, di avidità, la corruzione, sono diventati un cancro sociale. A volte però, trascinati dall’andazzo della società iniziamo a credere che ci manchi la fortuna dell’altro, i suoi beni, il suo successo. Molto di ciò che appartiene al prossimo vorremmo averlo noi e anche rapidamente. Così compromettiamo il nostro onore sia apertamente che camuffandoci, cercando di appagare con “l’avere” una sete che solo con  “l’essere” potremmo saziare. Cerchiamo invece di godere di quello che abbiamo imparando a gestire le nostre risorse e anche a farcele bastare. 

9° Comandamento: non renderai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Questo comandamento condanna qualsiasi forma di menzogna che attenti alla reputazione dell’altro, a partire dalla calunnia e anche da critiche raffinate che vengono nascoste dietro i falsi complimenti. Parliamo troppo spesso degli altri e anche male, quando invece potremmo concentrarci sulla nostra crescita, sullo sviluppare delle qualità, sull’utilizzare il tempo libero imparando cose nuove. Cerchiamo quindi di concentrarci sulla nostra realtà senza giudicare quella degli altri, né tantomeno calunniarli o essere ipocriti nei loro confronti. Ognuno di noi ha un immenso valore e per dimostrarlo non abbiamo bisogno di sminuire l’altro. Impariamo a dire invece la verità, e qualora ci troviamo di fronte a qualcosa che non va, confrontiamoci serenamente solo con la persona interessata con l’obiettivo di riconciliarci e crescere se anche l’altro è disponibile, diversamente lasciamolo libero di fare la sua scelta senza per questo andare in giro a diffamarlo. Impariamo anche ad assumerci le nostre responsabilità come individui e chiediamo a Dio il coraggio per affrontare la realtà.

Il decimo comandamento può racchiudere gli altri invitandoci ancora una volta ad accontentarci di quello che siamo e abbiamo, senza invidiare gli altri e paragonarci con loro. 

In conclusione, che il Signore ti renda libero dai surrogati dell’amore, per imparare ad amare pienamente e senza riserve il tuo coniuge; libero dall’insoddisfazione materiale e dalla necessità di possedere a qualunque prezzo, libero da tutte le maschere, per imparare ad essere te stesso senza deformare la verità e libero dalle catene dell’invidia per sfruttare la pace. 

Trova la tua gioia nel Signore, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore”
Salmo 37:4

giovedì 9 aprile 2020

11. 6° Comandamento: NON UCCIDERE! Sapevi che tutti abbiamo ucciso qualcuno? Scopri perchè!


“Non uccidere”. (Esodo 20:13).

Questo comandamento ricorda il carattere sacro e inviolabile della vita in tutte le sue forme. Il valore assoluto della vita umana procede dalla dimensione dell’eternità che Dio gli ha conferito. Quando Dio ci ha creati ci ha dato valore, scopo, sentimenti e una trascendenza che valica i limiti della stessa esistenza, per cui ogni attentato contro la vita, odio, tortura o indifferenza, rappresenta un attentato contro l’essere umano e il Suo Creatore.

Qualcuno potrebbe pensare che in fondo non ha mai ucciso “letteralmente” nessuno nella vita, ma Gesù va molto più in profondità quando condanna ogni forma di aggressione, compresa quella “verbale”, che mina l’integrità dell’altro (Matteo 5:21-26).

Ed è proprio su quest’ultima forma di aggressione, quella verbale, che voglio concentrarmi di più, perché credo sia quella più comune, quella di cui siamo più volte artefici, quella che ci porta ad uccidere l’altro molto più spesso di quanto non crediamo. L'aspetto relazionale è molto importante nel commentare questo comandamento.

L’esistenza è diventata una lotta continua per sopravvivere, nella quale prevale la legge del più forte. Guadagnare, trionfare, sedurre, dominare, conseguire il potere. In questo clima di sfiducia è facile vedere nell’altro un ostacolo, qualcuno con cui competere e da "fare fuori". Temiamo che possa danneggiarci, superarci, approfittare della nostra debolezza, infangare la nostra immagine. Adottiamo allora un meccanismo di difesa che consiste nell’attacco, nella critica, nell’essere aggressivi e ostili. Crediamo che la soluzione sia passare continuamente attraverso il “conflitto”. Certo, “aggregare contro” e più facile che “aggregare per”: nel secondo caso ci vuole più impegno, ci vuole anche saper rinunciare, ci vuole la volontà di cambiare, l’umiltà di accettare anche la sconfitta, ci vogliono idee; nel primo caso invece è sufficiente distruggere l’altro e prevaricare su di lui. 

Quando sentiamo che stiamo perdendo il terreno da sotto i piedi allora dichiariamo guerra. Questo fa nascere in molti l’idea di adottare un comportamento aggressivo (il più delle volte detto “franco”), credendo che sia più autentico dell’usare gentilezza, la quale viene vista come una scelta ipocrita. 

Una frase che molti usano spesso è: “Dico quello che penso”, io “Dico le cose in faccia”. Chi utilizza espressioni di questo tipo si definisce “vero” e assegna alle persone garbate, che magari mantengono l’autocontrollo e che stanno attente alla sensibilità altrui l’appellativo di “falso”. Basta guardare un reality show per rendersi conto di quanto questa cultura sia diffusa, e per molti versi, dominante. 

Nell’alibi del dire ciò che si pensa, sovente (spesso) si “uccide” l’altro, perché dietro questo si nascondono scarso rispetto verso gli altri, presunzione, aggressività, chiusura mentale spacciata per veridicità e sicurezza di sé. Tutto questo è più che altro esibizionismo o dipendenza dalle proprie emozioni negative che prendono il sopravvento.

Un atteggiamento che rispetti il comandamento “non uccidere” non deve essere improntato sul “dico quello che penso”. Ci si illude che le relazioni possano evolvere nel loro spessore ispirandosi a questa retorica, ma si tratta di illusioni effimere. 

Davvero c’è chi ritiene di pensare, per definizione, sempre e solo cose ragionevoli, utili, interessanti e degne di condivisione? Non sarebbe suggeribile, invece, concentrarsi sul pensare a ciò che si dice? Non è forse più idoneo sottomettersi a Dio e imparare a discernere i propri pensieri degni di condivisione da quelli sciocchi e distruttivi? 

Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano” (Efesini 4:29).

Ma alle parole cattive aggiungo che nesun pensiero malvagio prenda il sopravvento nella vostra mente, nessuno sguardo di critica, nessuno sguardo di provocazione sensuale che distrugge spesso l'armonia tra le coppie, nella propria e nella coppia altrui. Tutti questi atteggiamenti "uccidono" perchè feriscono le emozioni altrui. Chiediamoci sempre fin dove possiamo arrivare, in questa o quella specifica situazione, nel condividere le nostre emozioni e opinioni in modo da promuovere la qualità della relazione con noi stessi e con gli altri.

Bisogna imparare a “parlare” anche ai propri pensieri e dir loro, quando è il caso: “mi spiace ma non ti condivido”.

Sicuramente “uccide” chi schiavo di un atteggiamento egocentrico, rovescia addosso agli altri tutte le proprie turbe e i propri pensieri, anche quelli più sconvenienti. Ha rispetto della vita altrui invece chi cerca di rispettare gli altri controllando la propria invadenza. 

Per cui, sicura che tutti abbiamo peccato in questo senso, chiediamo perdono a Dio per i nostri atteggiamenti sbagliati, chiediamo perdono alle persone che abbiamo ferito e decidiamo di abbandonare completamente questo peccato. Il chiedere "perdono" non significa che alla prima occasione torno ad avere l'atteggiamento di prima, ma il vero pentimento implica un cambio totale di direzione, di modi di fare, di modo di parlare, di atteggiamento interiore ed esteriore, assomigliando nella purezza al nostro Gesù.

Quanto sono preziose le parole pronunciate al momento opportuno! Le parole hanno il potere di distruggere o di creare, così come anche i pensieri e gli sguardi. Scegli oggi di imparare da Gesù e crea la vita!

Dio benedica te che leggi e coloro con i quali vorrai condividere questo prezioso messaggio.

lunedì 6 aprile 2020

10. 5° Comandamento: ONORA I TUOI GENITORI ... da questo dipende la CONTINUITA' e la PROSPERITA' della tua vita!


Il quinto comandamento che troviamo in Esodo e in Deuteronomio dice quanto segue:

“Onora tuo padre e tua madre , affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà” (Esodo 20:12).

Ma non è tutto. Deuteronomio 5:16 riporta lo stesso comandamento con un’ulteriore promessa allegata: 

“Onorerai tuo padre e tua madre, come l’Eterno, il tuo DIO, ti ha comandato, affinché i tuoi giorni siano lunghi [promessa 1] ed abbia prosperità sulla terra che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà [promessa 2]”.

Il quinto comandamento è l’unico ad essere accompagnato da due promesse: la continuità e la prosperità della vita dipende dal rispetto che si ha per coloro che la trasmettono, in primo luogo Dio, dopo i genitori. Il termine utilizzato per “onorare” (obed) significa anche “soppesare”, “valutare”, “stimare”, “apprezzare”.

A volte qualcuno sottovaluta le parole di Dio perchè sembra che Egli veda i nostri comportamenti e non intervenga, anche Adamo ed Eva non morirono all'istante dopo il peccato ma le conseguenze iniziarono a subirle. Quando Dio dice che NON ONORARE i genitori porta alla NON CONTINUITA' e NON PROSPERITA' della vita, non significa che NON ONORANDO i genitori si muore all'istante, ma significa che Dio che vede ogni cosa non lascerà impunito il nostro peccato e la nostra vita non potrà essere benedetta nè prosperare secondo l'ideale di Dio, quindi è un invito a non sottovalutare Dio e le Sue Parole.

Come nel caso di altri comandamenti anche qui, Dio dice cosa accadrebbe se qualcuno non rispettasse questo comandamento. In Marco 7 Gesù ha riassunto sia il comandamento sia quello che accadrebbe se non venisse rispettato: 

Marco 7:10 “Mosè infatti ha detto: “onora tuo padre e tua madre” e: “chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”.

Il verbo “maledire” che troviamo in questo passo è il verbo greco “kakologeo” che significa “parlar male”. Chiunque parlava male di suo padre o di sua madre era messo a morte. E la morte non è direttamente e solamente la morte fisica, ma è una morte anche spirituale, psicologica ed emotiva, in altre parole è come se fossi morto e non puoi portare frutto nè essere produttivo per Dio. Sembra un giudizio pesante ma Dio è un Dio giusto e come Colui che ti dà la vita e te la dona attraverso i tuoi genitori, vuole che tu rispetti la "fonte" della tua vita, pena la morte.

Potremmo infatti essere in disaccordo con le posizioni dei nostri genitori ma questo non ci autorizza ad essere sprezzanti nei loro confronti.

Il comandamento prescrive infatti il rispetto per i genitori, nella piena considerazione e nell’amore. Diventare maturi e autonomi non significa distaccarsi da ogni vincolo familiare, anche se a volte ne siamo disturbati. Non dobbiamo cercare di trovare la nostra identità nella vita a spese della famiglia, troncando le nostre radici. Onorare i genitori significa comprendere che il rispetto e l’amore per coloro che ci hanno preceduto è più giusto e benefico dell’ingratitudine e della dimenticanza. 

Dio ha ordinato al popolo d’Israele di ONORARE il padre e la madre. Che cosa significa “onorerai tuo padre e tua madre”? Ecco come lo spiega uno studioso: 

Questo era un ordine chiaro da parte di Dio, scritto di sua mano e consegnato a loro attraverso Mosè; era di natura morale e di obbligo eterno: per essere capito implicava non solo grande stima verso i genitori da parte dei figli, il linguaggio e gesti di rispetto da usare nei loro confronti, l’obbedienza allegra verso di loro, ma anche onorarli con la loro sostanza, cibo, vestiti, e fornir loro tutto il necessario per vivere, quando ne hanno bisogno; tutto questo non è altro che il loro servizio ragionevole per tutta la cura, le spese e le difficoltà che hanno avuto per farli crescere nel mondo.” (John Gill’s Exposition of the Entire Bible, Dr. John Gill 1690-1771). 

Onorare i genitori significa che siete là per loro, e che vi preoccupate per loro. Contrariamente agli altri comandamenti, ai quali non è collegata nessuna promessa specifica, nel dare questo comandamento Dio ha anche aggiunto una promessa specifica. Come Egli ha detto, “Onorerai tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano lunghi sulla terra che l’Eterno, il tuo DIO ti dà”. 

È vero che ci sono famiglie disfunzionali che causano sentimenti negativi nel cuore dei figli:

  •  Di ambivalenza: rigetto - rancore; amore - affetto; accettazione – non accettazione
  • Carenza affettiva, trauma d’abbandono, ingiustizia, tradimento, sensazione di non essere accettato.
Quando i figli vengono trattati ingiustamente dai loro genitori iniziano a nutrire sentimenti di rabbia, rancore, rifiuto, vendetta.

Come liberarsi allora da questi sentimenti negativi e guarire dalle nostre ferite emotive che ci portano ad assumere atteggiamenti di peccato nei confronti di Dio? 

Abbiamo bisogno di permettere a Dio di compiere in noi una purificazione interiore, di aiutarci a fare un percorso in cui possiamo capire cosa ci portiamo dentro, quali atteggiamenti negativi abbiamo assunto a causa degli sbagli dei genitori, come questi ci influenzano oggi nei nostri rapporti con gli altri (partner, amici, colleghi e perfino i genitori stessi), come essi ci portano ad avere un’immagine distorta anche di Dio. 

Quindi dobbiamo attraverso un percorso riappropriarci della giusta immagine di Dio come genitore, imparare da Lui ad amare noi stessi e gli altri nel modo corretto, a saper gestire i rapporti interpersonali, guarire dalle nostre ferite e perdonare i nostri genitori e di conseguenza:

  •  Accettare la loro fallibilità, la loro umanità «Nell’amore si sbaglia!» Anche loro sono stati figli e hanno subito ferite emotive. Solo Dio è perfetto.
  •  Chiedere perdono a Dio dei nostri sentimenti negativi (ira, contese, risse, aggressività, divisioni, ecc., dalle quali ci dice l'apostolo Paolo, siamo chiamati ad allontanarci e abbandonare perchè chi pratica queste cose non entrerà nel Regno di Dio) - Galati 5: 19-21.
  •  Perdonare i nostri genitori! Stare nel non perdono ci priva della pace interiore e del perdono di Dio. Perdoniamo e saremo perdonati - Luca 6: 36-37.
  •  Chiedere perdono ai genitori dei nostri sentimenti negativi di cui ne siamo consapevoli - Proverbi 28: 13. Per quanto cattivi siano stati, e per quanto possiamo rifiutarli, nel nostro cuore continueranno ad essere nostri genitori. Come noi, sono persone e figli di Dio. Fino a quando non perdoniamo e ci lasciamo perdonare, i nostri cuori, ansimando, cercheranno sempre i genitori mancanti e/o rifiutati - Efesini 5: 29. 
  •  Cerchiamo di cogliere in loro gli aspetti positivi, tenendo conto che anche loro sono stati vittime come noi.
  • Interessiamoci a loro facendoli sentire utili per noi. 
     Dio desidera che le nostre famiglie rappresentino quelle del cielo. Che il Signore possa ogni giorno farci soffermare su questo pensiero affinché ci comportiamo gli uni verso gli altri come membri della famiglia di Dio.
    
     Dio benedica te che leggi e coloro con i quali vorrai condividere questo prezioso messaggio.

sabato 4 aprile 2020

9. 4° Comandamento: SABATO O DOMENICA? Libero dalle catene dell' EGOISMO, dell' AUTOSUFFICIENZA e dell' INDIPENDENZA da Dio!

«
Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro» (Esodo 20:8-11).

Tra i comandamenti del decalogo è uno dei più controversi, del quale attualmente è difficile comprendere la portata e l’applicazione: il sabato va sperimentato oltre che compreso. Possiamo domandarci: non è un atto formale l’interruzione delle normali attività umane? Quale vantaggio ne ha il Signore? La risposta è semplice: è l’uomo che ne può trarre il maggior beneficio.

Nella storia dell’umanità il giorno festivo ha attenuato la schiavitù dell’uomo e gli ha ricordato che esiste un “padrone” nel cielo, il Creatore, il datore della vita, superiore a qualunque padrone terreno. L’uomo non vive di solo pane: l’uomo ha bisogno di capire perché mangia il pane, perché vive, e questo può capirlo solo nella misura in cui si relaziona con le sue origini e riconosce in Dio il creatore.

“Per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui”. 1 Corinzi 8:6

Il giorno di riposo settimanale assolve una funzione importante. La nostra attenzione viene infatti continuamente sollecitata per proporci consumi, per imporci un attivismo frenetico, per insegnarci a divertirci spendendo. Tra questi stimoli rischiamo di dimenticare noi stessi. Il sabato biblico serve al credente per riscoprire se stesso e il suo rapporto con il Creatore.

Non dobbiamo concepire il tempo come radicalmente diviso fra sacro e profano: tutto il tempo può essere dedicato alla gloria di Dio, anche quello utilizzato lavorando. Ma il Signore ci conosce e sa che solo fissando dei limiti possiamo regolare la nostra vita secondo un progetto equilibrato. Ecco che, paradossalmente, un divieto, invece di rappresentare un limite per la libertà e la dignità dell’uomo, tende ad esaltarne tutte le potenzialità. 

Accettare il comandamento di Dio e viverlo pienamente significa liberarsi dalle catene dell’egoismo, del lavoro ma anche dell’ozio. Significa liberarsi dall’ansia di non potercela fare, di non poter sopravvivere se si mette da parte un giorno per Dio, significa liberarsi dal peso di dover provvedere da soli ai nostri bisogni:

“Non siate con ansietà solleciti per la vita vostra di quel che mangerete o di quel che berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutrisce. Non siete voi assai più di loro? E chi di voi può con la sua sollecitudine aggiungere alla sua statura pure un cubito? E intorno al vestire, perché siete con ansietà solleciti? Considerate come crescono i gigli della campagna; essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Or se Iddio riveste in questa maniera l’erba de’ campi che oggi è e domani è gettata nel forno, non vestirà Egli molto più voi, o gente di poca fede? Non siate dunque con ansietà solleciti, dicendo: Che mangeremo? che berremo? o di che ci vestiremo? Poiché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; e il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte”. Matteo 6:25-33

Ma perché proprio il sabato e non la domenica o un altro giorno? La risposta è allo stesso tempo semplice e complessa. Il fatto che la domenica non abbia basi bibliche risulta evidente anche a una lettura superficiale del Nuovo Testamento. Perché allora proprio il sabato?

Nel racconto biblico il sabato risale direttamente alla settimana creativa, è il settimo giorno durante il quale Dio “si riposò” dando un esempio all’uomo, offrendo un dono non a un popolo ma all’intera umanità.

Nessuna autorità terrena, neppure la chiesa, può cambiare o eliminare un comandamento di Dio:

“Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Marco 7:7,8.

Non aggiungerete nulla a quanto vi comando e non toglierete nulla, ma impegnatevi ad osservare i comandamenti dell'Eterno, il vostro DIO, che io vi prescrivo”. Deuteronomio 4:2

Rispettare il sabato significa quindi accettare l’autorità divina e non quella umana.

E per darvi un approfondimento abbastanza esaustivo sulla differenza tra SABATO o DOMENICA e perchè dovremmo tutti tornare ad osservare il SABATO come giorno di riposo, IL VERO GIORNO DI RIPOSO, vi lascio un dialogo importantissimo basato esclusivamente sulla Bibbia, unica fonte di AUTORITA', per capire la VERITA' in merito al vero giorno di riposo.

SABATO O DOMENICA?

Un dialogo con Dio sul tema: "il giorno di riposo".

1. Dimmi, Signore, tu hai un giorno speciale di riposo (o di incontro ) per i tuoi figli?
"Il settimo giorno è un giorno di riposo per Jahwe, il tuo Dio; non fare in esso opera alcuna..." (Esodo 20:10).

2. Quale è il settimo giorno, Signore?
“Ricordati del giorno di Sabato per santificarlo” (Esodo20:8)

3. Il Sabato? Che giorno della settimana è allora la domenica?
"Ora Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demoni" (Marco 16:9).
Nota: È un fatto comprovato che Gesù resuscitò di domenica. Il passaggio indica che questo è il primo giorno della settimana e non il settimo.

4. Ma l'apostolo Giovanni menziona il "giorno" del Signore nell'Apocalisse. Non si sta riferendo alla domenica?
"Il Figlio dell'uomo è Signore del Sabato" (Matteo 12:8).
Nota: Apocalisse 1:10 > "Fui rapito dallo Spirito nel giorno del Signore…"
(La precedente Versione Luzzi traduce "nel giorno di domenica" impropriamente e riporta una nota in calce, che precisa: "Il greco ha: nel giorno del Signore")
Anche questo testo è largamente usato per difendere l'origine apostolica dell'osservanza domenicale. C'è da notare, però, che l'appellativo di "giorno del Signore" riferito alla domenica non si basa su alcuna evidenza neotestamentaria, dove la domenica è sempre chiamata "il primo giorno della settimana". Sappiamo che l'Apocalisse fu scritta da Giovanni (mentre era esiliato a causa della sua fede nell'isoletta di Patmos) verso la fine del primo secolo. Mentre troviamo cenno di questa espressione riferita alla domenica nel corso del secondo secolo, chiaramente solo nell'Evangelo apocrifo di Pietro. Ma è solo alla fine del secondo secolo che vi sono indiscusse testimonianze dell'uso di "giorno del Signore" in riferimento alla domenica. Dunque Giovanni non poteva usare ai suoi tempi quest'espressione in riferimento alla domenica.

5. Ma tu non abolisti la Legge che conteneva il comandamento del Sabato?
“Non pensate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti; io non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento” (Matteo 5:17).

6. Ma tu non cambiasti uno dei Comandamenti della Legge, in modo che oggi possiamo osservare un altro giorno?
"Perché in verità vi dico: Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure uno iota, o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto" (Matteo 5:18).

7. Ma il Sabato non era il giorno di riposo per gli ebrei?
"Il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato" ( Marco 2:27).
INOLTRE: Genesi 2:1-3: "Così furono terminati i cieli e la terra e tutto il loro esercito. Pertanto il settimo giorno, DIO terminò l'opera che aveva fatto, e nel settimo giorno si riposò da tutta l'opera che aveva fatto. E DIO benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso DIO si riposò da tutta l'opera che aveva creato e fatto”.
Isaia 56:6-8 "I figli degli stranieri che si sono uniti all'Eterno per servirlo, per amare il nome dell'Eterno e per essere suoi servi, tutti quelli che osservano il sabato senza profanarlo e si attengono fermamente al mio patto, li condurrò sul mio monte santo e li riempirò di gioia nella mia casa d'orazione, i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata una casa di orazione per tutti i popoli». Il Signore, l'Eterno, che raduna i dispersi d'Israele, dice: «Io raccoglierò intorno a lui anche altri, oltre a quelli già raccolti”.

8. Molti dicono che la Legge fu inchiodata sulla croce da Cristo e che dopo quel momento i tuoi discepoli non continuarono ad osservare il Sabato. È vero?
"E dopo averlo tirato giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, dove nessuno era ancora stato sepolto. Era il giorno della Preparazione e il Sabato stava per cominciare. Le donne, che erano venute con Gesù dalla Galilea seguendolo da vicino, osservarono il sepolcro e come vi era stato deposto il corpo di Gesù; poi esse tornarono a casa e prepararono gli aromi e gli unguenti, e durante il Sabato si riposarono, secondo il comandamento” (Luca 23:53-56)

9. Ma l'apostolo Paolo insegnò che oramai non dobbiamo fare differenza tra giorno e giorno. Non credo che egli si riunisse il sabato.
"Or dopo essere passati per Anfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c'era la sinagoga dei Giudei. E Paolo, secondo il suo solito, entrò da loro e per tre sabati presentò loro argomenti tratti dalle Scritture” (Atti 17:1,2)

10. Paolo affermò che egli non era sottoposto alla Legge e che si faceva ebreo solo per poter convincere gli ebrei. Forse egli si riuniva con gli ebrei in Sabato e con i gentili la Domenica. Qual'è la verità Signore?
“Or Paolo e i suoi compagni salparono da Pafo e arrivarono per via mare a Perge di Panfilia; ma Giovanni, separatosi da loro ritornò a Gerusalemme. Or essi, proseguendo da Perge, giunsero ad Antiochia di Pisidia; e, entrati nella sinagoga in giorno di sabato, si sedettero... Ora, quando i Giudei furono usciti dalla sinagoga, i gentili li pregarono che il sabato seguente fossero loro proposte le stesse cose. E dopo che fu sciolta la riunione, molti fra i Giudei e pii proseliti seguirono Paolo e Barnaba, i quali, parlando loro, li persuasero a perseverare nella grazia di Dio. Il Sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio”. (Atti 13:13-14, 42-44 )
Nota: Qui si vede chiaramente che Paolo era solito trovarsi con i Gentili di Sabato. Se la domenica fosse stata il nuovo giorno di riposo, Paolo avrebbe potuto invitare i Gentili ad ascoltare la Parola di Dio il giorno dopo (domenica) e non li avrebbe fatti aspettare sette giorni. Vedere anche Atti16:11-14.
Ebrei 4:7-11: “Dio stabilisce di nuovo un giorno - oggi - dicendo per mezzo di Davide, dopo tanto tempo, come si è detto prima:
«Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!»
Infatti, se Giosuè avesse dato loro il riposo, Dio non parlerebbe ancora d'un altro giorno. Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio; infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue. Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza”.
Nota: Questa epistola è rivolta ad Ebrei convertiti al Cristianesimo e fu scritta da Paolo (non confermato) prima del 70 d.C. Con il preciso scopo di fare chiarezza che la Legge Cerimoniale o mosaica è stata abolita e specificare l'adempimento delle profezie del Vecchio Testamento sulla persona di Cristo in relazione al Santuario, ai sacrifici, ecc ecc....Ma non la Legge Morale (Decaolgo), essa non è stata aboltia, ed è interessante notare come Paolo ribadisca l'osservanza del Sabato al cap 4. Inoltre sia Paolo che Giovanni (90 d.C) ricevono precise rivelazioni da Gesù Cristo sia su fatti presenti e futuri ma NON troviamo traccia di annullamento o modifiche riguardo al comandamento.

11. Signore, se le cose stanno così, perché Paolo si contraddice dicendo ai Gentili Colossesi che nessuno li doveva giudicare per il cibo o le bevande, o ai giorni di festa, luna nuova o sabati?
Egli stava facendo allusione al seguente passaggio Biblico:
1 Cronache 23:28-31 > “Poiché il loro compito era quello di aiutare i figli di Aaronne nel servizio della casa dell'Eterno [il Santuario] nei cortili, nelle camere, nella purificazione di tutte le cose sacre, nel lavoro di servizio della casa di DIO, con i pani della presentazione, con il fior di farina per l'offerta di cibo, con le focacce non lievitate, con le cose da cuocere nella padella, con ciò che era mescolato con olio e con tutte le misure, e dimensioni. Essi dovevano inoltre presentarsi ogni mattina per celebrare e lodare l'Eterno, e così pure ogni sera e per offrire del continuo davanti all'Eterno tutti gli olocausti, secondo il numero che la legge imponeva loro nei sabati, nei noviluni e nelle feste solenni”.
Nota: È evidente che Paolo si stava riferendo solo ai cibi, bevande, feste e sabati che erano in relazione con il culto dell'antico santuario ebreo. La parola Sabato era usata nell'antichità come sinonimo di "giorno festivo" o di riposo. Uno di questi "sabati" poteva cadere di domenica, giovedì, lunedì o qualunque altro giorno della settimana, così come succede oggi con i giorni festivi. I "sabati" qui riferiti sono, tra altro, il giorno 1 del settimo mese (Levítico 23:24), il giorno 10 del settimo mese chiamato "giorno di espiazione", (Levítico 16.29-31; 23:27-32), ed i giorni 15 e 22 di quel settimo mese (Levítico 23:39).
Una prova ulteriore che conferma che Paolo si riferiva a questi "sabati" e non al settimo giorno della settimana (Sabato), sta nel fatto che egli dice che questi giorni erano "ombra" di Gesù Cristo (Col 2:16,17).
Se si legge con attenzione i capitoli 8, 9 e 10 di Ebrei, noteremo che si applicano queste espressioni a coloro che officiavano nel santuario ebraico; si dice in Ebrei 10:1: "La legge infatti, avendo solo l'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non può mai rendere perfetti quelli che si accostano a Dio con gli stessi sacrifici che vengono offerti continuamente, anno dopo anno".
Ebrei 8:5: "I quali servono di esempio ed ombra delle cose celesti, come fu detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire il tabernacolo: «Guarda», egli disse, «di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte".
"Cibi e bevande" erano le offerte ed i sacrifici. E si trova in Ebrei 9:10 trattandosi solo di cibi, di bevande, di varie abluzioni e di ordinamenti carnali, imposti fino al tempo del cambiamento. Spiegando chiaramente che il giorno di espiazione fu abolito, in Ebrei 9:7-9 "ma nel secondo entrava soltanto il sommo sacerdote una volta all'anno, non senza sangue, che egli offriva per se stesso, e per i peccati d'ignoranza del popolo. Lo Spirito Santo voleva così dimostrare che la via del santuario non era ancora resa manifesta, mentre sussisteva ancora il primo tabernacolo, il quale è una figura per il tempo presente, e voleva indicare che i doni e i sacrifici offerti non potevano rendere perfetto nella coscienza colui che faceva il servizio divino".
Inoltre afferma che gli olocausti furono tolti dopo il sacrificio di Cristo, in Ebrei 10:1 (vedi sopra), Ebrei 8-10. Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrificio né offerta né olocausti né sacrifici per il peccato, che sono offerti secondo la legge», egli aggiunge: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà». Egli toglie il primo, per stabilire il secondo. Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

12. Comprendo, Signore. Vuoi dire, allora, che il sabato o settimo giorno è ancora vigente per i cristiani dei nostri giorni?
Gesù disse: "E pregate che la vostra fuga non accada d'inverno, né di sabato, perché allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà" (Matteo 24:20,21).
Nota: La gran tribolazione fa parte degli eventi finali della storia di questo mondo (Apocalisse 7:13; Daniele 12:1,2) pertanto si sta riferendo ad un evento che deve accadere nei nostri giorni. Il fatto che Gesù Cristo ci chieda di pregare affinché il giorno della fuga non sia in sabato è un indizio importante che avvalora la validità del giorno e che farà contraddistinguere la Vera Chiesa.
Dimostra chiaramente che le ultime generazioni dei suoi figli avrebbero continuato ad osservare il vero giorno di riposo settimanale, cioè il Sabato.

13. Se la Bibbia insegna ad osservare il sabato, perché, allora, oggi si osserva la domenica? Chi fece il cambiamento?
Daniele 7:8,25 (alcuni passaggi) "Stavo osservando le corna, quand'ecco in mezzo ad esse spuntò un altro piccolo corno, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte; ed ecco in quel corno c'erano degli occhi simili a occhi di uomo e una bocca che proferiva grandi cose. ...Egli proferirà parole contro l'Altissimo, perseguiterà i santi dell'Altissimo con l'intento di sterminarli e penserà di mutare i tempi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo. Si terrà quindi il giudizio e gli sarà tolto il dominio, che verrà annientato e distrutto per sempre".
Nota: Se si desidera conoscere le evidenze che rivelano la vera identità del Piccolo Corno, che non è Antioco Epifanio come molti erroneamente sostengono, basti solo pensare che sono scene nel futuro per il tempo della fine e del Giudizio .
Per chi volesse approfondire, dimostreremo ampiamente il tutto nello Studio su Daniele su www.risorseavventiste.net.

14. Ho capito che il piccolo corno di Daniele 7 è la Chiesa Romana. Vuoi dire Signore, che questa chiesa ha cambiato la Legge di Dio?
"Domanda ora ai sacerdoti circa la Legge" (Aggeo 2:11).
Sta bene Signore, farò loro due domande:

- Prima: Ma la Chiesa Cattolica ha potere per cambiare la Legge di Dio?

"Se non avesse tale potere… non avrebbe rimpiazzato l'osservanza del sabato, settimo della settimana, con l'osservanza della domenica, primo giorno della settimana, un cambiamento per il quale non esiste autorità biblica" (P. Esteban Keenan) Dottrinale Catechism, pag. 174. In altre parole non è un potere che gli conferisce Dio.

- Seconda: Nello specifico, quali persone hanno realizzato il cambiamento e in che data?
"Durante i tre primi secoli la domenica fu un giorno di lavoro come qualunque altro... solamente nell'anno 321, per decreto dell'imperatore Costantino, la domenica si trasformò in giorno di riposo", P. Vincent Ryan, La domenica, giorno del Signore, pag. 91, Edizioni Paoline 1986.

"Tutto quello che era prescritto per il sabato noi lo trasferiamo nella domenica... In questo giorno che è il primo e giorno del sole" (Eusebio di Cesarea) Comm. In Ps. 91: PG 23, 1172. Citato in La domenica festa dei cristiani, pag. 86, Julián López Martín. Biblioteca di Autori Cristiani. Lic. dell'Episcopato di Zamora, Spagna. 1991.

Nota: Il vescovo Eusebio di Cesarea (265-340 D.C.) era amico intimo di Costantino il quale, basandosi sulle tradizione ed alcuni scritti di Giustino e San Ignazio di Antiochia, l'incoraggiò ad esaltare la domenica come giorno di riposo.
Alcuni anni dopo (364 D.C) la Chiesa, non contenta dell’imposizione della domenica, tentò di abolire il sabato decretando che tutti quelli che continuassero a rifiutarsi di lavorare in quel giorno, sarebbero stati esclusi da Cristo (Canone 29 del Concilio di Laodicea).

15. Signore, molti argomentano che tu hai dato potestà a Pietro ed ai suoi successori per legare e slegare le tue leggi e comandamenti. Pertanto anche la domenica rientra in questo potere?
Pietro disse: “Or vi furono anche dei falsi profeti fra il popolo, come pure vi saranno fra voi dei falsi dottori che introdurranno di nascosto eresie di perdizione e, rinnegando il Padrone che li ha comprati, si attireranno addosso una fulminea distruzione. E molti seguiranno le loro deleterie dottrine e per causa loro la via della verità sarà diffamata. E nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole bugiarde; ma la loro condanna è da molto tempo all'opera e la loro rovina non si farà attendere” (2Pietro 2:1-3).

16. Ma potrebbe essere che essi lo facessero con il proposito di onorare il giorno della resurrezione del tuo amato Figlio. Vuoi dire che non sei d'accordo con queste buone intenzioni?
"Invano mi onorano, insegnando come dottrine comandamenti di uomini" (Matteo 15:9).
Nota: L'osservanza della domenica ha la sua vera origine nel culto al dio sole e fu osservata dai pagani molti secoli prima della nascita di Cristo (E. Royston Pike, Dizionario delle religioni, pag. 322).
Il Sacerdote Gesuita Juan M. Pacheco riconosce: "Constantino... venerava al Sole Invicto…, ‘dio unico e supremo '. I suoi soldati recitavano di domenica: "giorno della luce e del sole, una preghiera all'astro senza rivali" (Storia della Chiesa, pag. 51, Bedout).

17. Come può essere che migliaia di milioni di persone si sbaglino sul vero giorno di riposo e osservino la domenica?
"Larga è la porta e spaziosa la strada che porta alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa" (Matteo 7:13).
Nota: In ogni epoca gruppi di credenti hanno sostenuto l'idea che la maggioranza sia nel giusto, ma nella realtà delle cose si è riscontrato che è più facile il suo opposto, ossia che la maggioranza è incline all'errore (vedere 1Corinzi 10:2,5 e 1Re 18:22,25). Che una credenza sia sostenuta per la maggioranza mai è stato, né sarà, prova della sua legittimità.

18. Signore, molti di questi uomini sono sinceri e conoscitori delle Scritture. Non è questa la garanzia che tutto quello che insegnano è corretto?
Or un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo eloquente e ferrato nelle Scritture, arrivò ad Efeso. Costui era ammaestrato nella via del Signore e fervente di spirito, parlava e insegnava diligentemente le cose del Signore, ma conosceva soltanto il battesimo di Giovanni. Egli cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Ma, quando Aquila e Priscilla l'udirono, lo presero con loro e gli esposero più a fondo la via di Dio” (Atti 18:24-26).

19. Signore, questo è certo, ma guarda il caso del Dott. XXXX, fu istruito in un seminario teologico; conosceva l'ebraico, il greco ed il latino. Non è la sua conoscenza una garanzia che tutti i suoi insegnamenti sono corretti?
Così giunsero a Gerusalemme. E Gesù, entrato nel tempio, cominciò a scacciare quelli che nel tempio vendevano e compravano e rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. E non permetteva ad alcuno di portare oggetti attraverso il tempio. E insegnava, dicendo loro: «Non è scritto: la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi, invece, ne avete fatto un covo di ladroni!»” (Marco 11:15-17).
Nota: Gli scribi ed i sacerdoti erano persone ferrate nella conoscenza dei Testi Sacri e delle lingue originali, ma non furono disposti ad accettare tutti gli insegnamenti di Gesù Cristo. La teologia è bella e utile, ma solo se è accompagnata da un sincero desiderio di conoscere ed accettare la volontà di Dio.

20. Scusami Signore se insisto sulla stessa cosa, ma non posso credere che i miei fratelli nella fede che tu conosci, possono sbagliarsi!
Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. Ma chi osserva la sua parola, l'amore di Dio in lui è perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui” (1Giovanni 2:4,5).

21. Ma non è sufficiente che ti amiamo e viviamo d'accordo con la legge dell'amore?
"Se mi amate, osserverete i miei comandamenti" (Giovanni14:15).

22. Realmente ti riferisci ai Dieci Comandamenti?
Infatti questi comandamenti: «Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare», e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: «Ama il tuo prossimo come te stesso». L'amore non fa alcun male al prossimo; l'adempimento dunque della legge è l'amore” (Romani 13:9,10).

23. Io so che il Sabato è uno dei Dieci Comandamenti (Esodo 20:8-11), ma non credo che sia tanto importante.
Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti. Difatti, colui che ha detto: «Non commettere adulterio», ha anche detto: «Non uccidere». Per cui se tu non commetti adulterio ma uccidi, sei trasgressore della legge. Parlate quindi e agite come se doveste essere giudicati dalla legge della libertà” (Giacomo 2:10-12).

24. Giudicati per la Legge? Vuoi dire che se non osservo il Sabato sarò condannato nel giorno del giudizio?
Infatti tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno pure senza la legge; e tutti quelli che hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati secondo la legge” (Romani 2:12).

25. Allora questo significa che la mia salvezza dipende dall'obbedienza a questo mandato sabatico?
"Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti" (Matteo 19:17).

26. Ma la salvezza non è per grazia?
Paolo insegnò: "Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori. Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo" (Efesini 2:8-10); “...perché non coloro che odono la legge sono giusti presso Dio, ma coloro che mettono in pratica la legge saranno giustificati” (Romani 2:13).
Nota: La salvezza è un dono gratuito che si riceve per fede, ma tutti quelli che veramente hanno ricevuto Cristo nella propria vita (mente e cuore) dimostreranno che la propria fede operante è genuina e sincera mediante l'obbedienza alla Legge di Dio. Sebbene è certo che nessuno sarà salvo per le sue buone opere, è anche certo che nessuno sarà salvo senza le buone opere.

27. Tuttavia Paolo disse anche che il ministero di morte scritto in tavole di pietra è abolito e che ora siamo sotto un nuovo patto nello Spirito. Non significa questo che non dobbiamo più osservare la tua Legge?
Ecco, verranno i giorni», dice l'Eterno, «nei quali stabilirò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda, non come il patto che ho stabilito con i loro padri nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dal paese di Egitto, perché essi violarono il mio patto, benché io fossi loro Signore» dice l'Eterno. «Ma questo è il patto che stabilirò con la casa d'Israele dopo quei giorni» dice l'Eterno: «metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo»" (Geremia 31:31, 33).

28. Ma Signore la Bibbia afferma che Gesù Cristo è il nostro vero riposo. Non basta, rimanere in lui tutti i giorni?
"Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anch'egli come camminò lui" (1 Giovanni 2:6). “...E Gesù, nella potenza dello Spirito... insegnava nelle loro sinagoghe, essendo onorato da tutti. Poi venne a Nazaret, dove era cresciuto e, com'era solito fare in giorno di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò per leggere" (Luca 4:14-16).

29. Ma Giovanni affermò che Gesù, nei suoi incontri con gli ebrei, trasgrediva il sabato.
Ovvero, non avete letto nella legge che nel tempio i sacerdoti, nei giorni di sabato, trasgrediscono il sabato e tuttavia sono senza colpa?” (Matteo 12:5).
Nota: Esiste solo un tipo di "trasgressione" del sabato che il cielo approva. Questo consiste nel lavorare instancabilmente in questo giorno per portare la verità delle Scritture a coloro che periscono nell'ignoranza, o per alleviare il dolore dei malati, versetto 12.

30. Ancora non capisco perché insisti tanto su questo tema del Sabato, Signore. Ma il primo giorno non può andar bene ed esser valido come il settimo?
"Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò" (Genesi 2:3). "Tu, Jahwe, l'hai benedetto e santo (o benedetto) sarà per sempre" (1 Cronache 17:27).
Nota: IL DECALOGO : LA LEGGE MORALE DI DIO CHE RISPECCHIA IL CARATTERE DI DIO
Come Dio ha stabilito per la natura, per l'universo intero, delle leggi eterne che ne determinano il corso regolare ed ordinato (cfr. Salmo 148:5-6), così ha regolato l'umanità mediante una legge morale le cui esigenze non cambiano nel tempo. Infatti la legge dei dieci comandamenti è l'espressione del carattere di Dio, carattere che è definito immutabile nella Bibbia:
Ebrei 1:12 / 13:8 > "... Ma Tu rimani lo stesso... Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi, e in eterno."
Giacomo 1:17b > "...Presso il quale (Dio) non c'è variazione, né ombra prodotta da rivolgimento."
Malachia 3:6 > "Poiché io, l'Eterno, non muto..."
Dio e la Sua legge sono definiti nello stesso modo nella Bibbia: questi due concetti s'identificano. La legge di Dio è definita "santa, giusta e buona" (Romani 7:12), perfetta, vera, pura, capace di rendere saggi e illuminare la mente (Salmo 19:7-8): tutti attributi del carattere stesso dell'Eterno. Ora, lo stesso carattere di santità e perfezione è l'obiettivo del cammino della fede richiesto ai figli di Dio, che dimostrano la loro volontà di separarsi dal mondo per appartenere a Dio, e fare propri i Suoi principi; fermo restando il fatto che l'ubbidienza alla legge divina non è frutto di sforzi umani, ma il risultato di una comunione profonda e quotidiana che, nutrendo la fede, porta frutti nel tempo.

31. A me sembra che se osservo un giorno ogni sette, senza preoccuparmi quale sia, questo deve essere sufficiente.
"Fino a quando vi rifiuterete di osservare i miei comandamenti e le mie leggi?" (Esodo 16:28 )
“C'è una via che all'uomo sembra diritta, ma la sua fine sfocia in vie di morte" (
Proverbi 16:25).

32. Ma, Signore! Non posso agire in altra maniera? Non mi porterà in cielo la fede che professo?
"Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me” (Matteo 15:8)
"Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 7:21).

33. Tuttavia, non sono convinto ma continuo a pregare.
"Se uno volge altrove l'orecchio per non ascoltare la legge, la sua stessa preghiera sarà un abominio" (Proverbi 28:9).

34. Ma Signore! guarda quanta gente opera miracoli in tuo nome. Alcuni guariscono malati, altri parlano in lingue e fanno meraviglie; tuttavia, non osservano il Sabato.
"Molti mi diranno in quel giorno: «Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?» E allora dichiarerò loro: «Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità»" (Matteo 7:22,23).

35. Va bene Signore, riconosco che il Sabato è il giorno corretto, ma il mio lavoro subirà una perdita economica se lo osservo. Inoltre, mi sarà di ostacolo per lo sviluppo dei miei affari!
"Che gioverà infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l'anima sua?" (Marco 8:36).

36. Certo hai ragione, ma in quanto a me non mi preoccupo; ma tu vedi la situazione della mia famiglia! Non sarebbe meglio lavorare il sabato, che fargli mancare il necessario?
"Poiché sono i gentili quelli che cercano tutte queste cose, il Padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte" (Matteo 6:32, 33).
Allora il Signore disse a Mosè: «Fino a quando rifiuterete di osservare i miei comandamenti e le mie leggi? Guardate che il Signore vi ha dato il sabato. Per questo, il sesto giorno egli vi dà del pane per due giorni. Perciò ognuno stia dov'è, nessuno esca dalla sua tenda il settimo giorno” (Esodo 16:28,29).

37. E se questo portasse, come conseguenza, conflitto e divisione tra noi, non sarebbe meglio seguire ed accettare la domenica e vivere in pace?
"Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me" (Matteo 10:37,38 )
Così dunque, ognuno di voi che non rinunzia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo” (Luca 14:33).

38. I miei dirigenti religiosi non saranno d'accordo con me e parleranno male di me, tacciandomi di legalista o giudaizzante.
"Guai a voi, quando tutti gli uomini diranno bene di voi, perché allo stesso modo facevano i padri loro verso i falsi profeti" (Luca 6:26); “Ma Pietro e gli altri apostoli, rispondendo, dissero: «Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini» (Atti 5:29).

39. I miei amici e conoscenti si prenderanno gioco di me e mi ridicolizzeranno.
"Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi” ( Matteo 5:11,12).

40. Temo che non sarei capace di sopportare tutte queste prove. Sono troppo debole.
"Ma egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza». Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me" (2 Corinzi 12:9).

41. Quale sarà la mia ricompensa per essere fedele a te nel giorno del Sabato?
"Se tu trattieni il piede dal violare il sabato, dal fare i tuoi affari nel mio santo giorno, se chiami il sabato delizia, il giorno santo dell'Eterno, degno di onore, se lo onori astenendoti dai tuoi viaggi, dallo sbrigare i tuoi affari e dal parlare dei tuoi problemi, allora troverai il tuo diletto nell'Eterno, e io ti farò cavalcare sulle alture della terra e ti darò da mangiare l'eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca dell'Eterno ha parlato" (Isaia 58:13,14).

42. Signore, io anelo ereditare la Nuova Terra, si osserverà anche lì il Sabato?
"«Poiché come i nuovi cieli e la nuova terra che io farò sussisteranno stabili davanti a me», dice l'Eterno, «così sussisteranno la vostra progenie e il vostro nome. E avverrà che di novilunio in novilunio e di sabato in sabato ogni carne verrà a prostrarsi davanti a me», dice l'Eterno" (Isaia 66:22,23).

43. Ma è vero che le ore del sabato biblico sono diverse dall'inizio del giorno settimanale?
"Sarà per voi un sabato di riposo..., dalla sera alla sera seguente, celebrerete il vostro sabato" (da tramonto a tramonto, Levítico 23:32); ma immolerai la Pasqua solamente nel luogo che l'Eterno, il tuo DIO, ha scelto per farvi dimorare il suo nome; la immolerai la sera, al tramontare del sole, nell'ora in cui uscisti dall'Egitto" (Deuteronomio 16:6).
Nota: Genesi 1:14 dice che il sole fu collocato come segnale per sapere in che momento comincia il giorno. Al versetto 19 si menziona sera e mattino e si intende designare la parte oscura e luminosa di un giorno di 24 ore
I rispettivi Glossari riconoscono: "gli Ebrei contavano il giorno di riposo dal tramonto del sole del venerdì fino al tramonto di sole del sabato"; e l'indice dottrinale della versione Madreperla-Colunga dice: "Sabato, giorno settimo della settimana... comincia col tramonto del sole del giorno precedente."

44. Un'ultimo chiarimento, Signore: "qual'è la Chiesa in questa terra che insegni ad osservare il tuo giorno santo e che contemporaneamente ti ami di tutto cuore?
"Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo e che aveva l'evangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo, e diceva a gran voce: «Temete Dio e dategli gloria, perché l'ora del suo giudizio è venuta; adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque» ....Qui è la costanza dei santi; che custodisce i comandamenti di Dio ed ha la testimonianza (o fede) di Gesù Cristo”. (Apocalisse 14:6,7,12).
Nota: Questo passaggio rivela le caratteristiche della Chiesa del Rimanente la quale deve predicare il vero Vangelo Eterno al mondo, prima della fine, ed osservare i comandamenti di Dio, tutti e dieci ed avere la Testimonianza di Gesù (altrimenti detto Spirito di Profezia).
“Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «guardati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia». (Apocalisse 19:10)
Tra questi comandamenti c'è il Sabato, inoltre la frase "adorate colui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e le fonti delle acque" è preso direttamente dal comandamento, il quale si trova registrato in Esodo 20:11. E come abbiamo già visto il DECALOGO è IMMUTABILE, poiché esprime e rivela il carattere di Dio per tanto DIO E' IMMUTABILE. Inoltre è l'unica parte della Bibbia scritta col dito di Dio.
Il Signore invita tutti ad uscire da Babilonia per unirsi al popolo che l'ama e osserva i suoi comandamenti. Ti invitiamo ad approfondire un studio biblico sul Sabato cercando una Chiesa Avventista del Settimo Giorno più vicina a te (link per la ricerca via web) o visitando la pagina relativa agli Studi sulla Legge, nel nostro sito.

45. Allora, mio Creatore, sia fatta la tua volontà in terra come nel cielo. Da ora in avanti, con il tuo aiuto, osserverò il giorno di riposo sabatico che tu hai previsto per l'uomo.
"Bene, buono e fedele servo; tu sei stato fedele in poca cosa, io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore" (Matteo 25:21).

RIPORTIAMO ALCUNE DICHIARAZIONI :

La Chiesa Cattolica ammette la verità: "Nella nuova legge si osserva la domenica invece del sabato, non in virtù di un mandato divino, bensì per la costituzione ecclesiastica" (San. Tommmaso di Aquino, Summa Th. IIII q.122 a.4. citato in La domenica festa dei cristiani, pag. 148, Julián López Martín. BAC).
“Or è piaciuto alla chiesa di Dio che il culto è la festività del giorno di Sabato si cangiasse nel giorno di domenica” (Catechismo del Concilio di Trento parte III. cap IV, 380, III ed. Marietti, Roma 1931)
Chiesa Battista: “Si dirà, tuttavia, e con una certa aria di trionfo che il sabato fu trasferito dal settimo al primo giorno della settimana... Dove può trovarsi registrato questo trasferimento? Non nel Nuovo Testamento, assolutamente no" (Dr. E. T. Hiscox, autore della Baptist Manual).
Chiesa Presbiteriana: "Non esiste la più piccola evidenza che nostro Signore o i suoi discepoli rispettassero o insegnassero ad altri a rispettare il primo giorno della settimana" (Rev Fraser).
Chiesa Congregazionale: "È completamente chiaro che, per rigidità devozionale che passiamo alla domenica, ma non stiamo osservando il sabato" (Dr. R. W. Dai, in Ten Commandments, pag. 106).
Chiesa Metodista: "Sabato, nel linguaggio ebraico, significa riposo, ed è il settimo giorno della settimana,... si può dire che non esiste legge nel Nuovo Testamento relativo al primo giorno" (Dizionario Teologico di Buck)
Chiesa Anglicana: "La ragione per la quale noi santifichiamo il primo giorno della settimana invece del settimo è per la stessa ragione per la quale osserviamo molte altre cose, non per prescrizione della Bibbia, bensì della Chiesa" (Isaac Williams, Plain Sermons on the Cathechism, tomo 1, pag. 334, 336).
Chiesa Luterana: "Non esiste un comandamento nella Bibbia che ordini di osservare la domenica come giorno di riposo... perché si osserva la domenica?... Se mi dite: ‘le cose previste per il sabato sono state trasferite nella domenica'... allora vi sfido a mostrarmi un solo passaggio, una sola parola nella Bibbia che lo provi" (Rev H. Bielenberg).

In conclusione,
Dio desidera la nostra felicità ma facciamo fatica a crederlo. Abbiamo spesso paura di perdere qualcosa di buono quando ci affidiamo a Lui. Così ci consumiamo in un’inquietudine senza fine, perdendo la pace della quale tutti abbiamo bisogno.

Dio benedica te che leggi e coloro con i quali vorrai condividere questo messaggio importantissimo perchè tutti sappiamo la Verità.

20. BEATI SIETE VOI QUANDO VI INSULTANO E VI PERSEGUITANO PERCHE' CREDENDO FATE LA VOLONTA' DI DIO

Cari lettori, siamo giunti al commento dell'ultima beatitudine che possiamo leggere nel Vangelo di Matteo 5:10-12: "Beati i persegu...