Il 7°, 8°, 9°, 10° comandamento: un cammino che ti viene posto davanti per prendere atto della tua realtà!
Questi quattro comandamenti portano il credente a considerare il valore
infinito che ha la propria vita e tutto ciò che possiede e nel caso in cui volesse
migliorarsi e crescere, a farlo con
l’aiuto di Dio e con le forze da Lui concesse senza desiderare di appropriarsi
illecitamente di ciò che appartiene agli altri, sia esso denaro, affetti,
reputazione, gloria, fama e posizione sociale. Questi comandamenti ti invitano
a prendere atto della tua realtà e ad essere grato per quello che hai.
Bisogna chiedere al Signore di
darci l’umiltà di accettare che ci sono cose che possiamo raggiungere e altre
no. Non dobbiamo vivere alienati nell’impossibile e in ciò che non è
necessario. Occorre sviluppare una fede che ci porti a rispettare il fatto che
Dio, nella sua infinita saggezza, sa cosa è meglio per noi. Non vivere
tormentato a causa di quello che non sei e di quello che non hai, a causa di
quello che potresti essere o avere. Bisogna imparare a sperare, tendere ad
elevarci ma con l’obiettivo di raggiungere il meglio per noi e dare gloria a Dio, secondo le
possibilità e le capacità che Dio ci concede e desiderando di avere in noi
plasmata l’immagine di Cristo, i suoi valori, la bellezza del suo carattere,
prendendo quindi Lui come metro di misura e non gli altri al punto tale da
desiderare ciò che loro appartiene e competere con loro in una lotta sfrenata e
priva di scrupoli.
Bisogna disimparare la
“concupiscenza” che altro non è che il continuo desiderare in modo sfrenato ciò
che non ti appartiene e che non hai e che magari in questo momento non puoi
avere. Ti accorgi che stai concupendo quando non vivi serenamente il tuo
presente e non riesci a godere di quello che hai perché sei proiettato troppo
nel volere avere sempre e sempre di più. Questo non ti porta ad avere la pace
interiore, non ti porta ad avere la gioia di godere del tuo presente e di
ringraziare invece per gli obiettivi che stai raggiungendo. Dio non è contrario
alla nostra realizzazione come esseri umani, ma non possiamo crescere e
migliorarci se non impariamo a gioire dei piccoli passi e dei sacrifici
quotidiani. Proiettarci troppo nel futuro e in quello che al momento non ci è
possibile raggiungere o avere, significa aprire la porta alla “disperazione”,
alla “lamentela”, alla “scontentezza” tanto da non prenderci cura di quello che
invece abbiamo, addossandoci anche la colpa a questo punto di non esserne
“meritevoli”.
Nello specifico:
7° Comandamento: non commettere adulterio. Questo è un comandamento
che esige il rispetto intanto della “propria” affettività e poi anche di quella
degli altri. Trasgredirlo implica un’aggressione morale al proprio coniuge e
anche alla famiglia altrui. Oggi viviamo in una società in cui i valori morali
non esistono più. Tutto è lecito. Il nostro mondo soffre di troppi problemi
relativi alla dignità umana. Tra l’altro
non mancano provocazioni da un punto di vista sessuale sia in tv che sui
social. Consiglio di evitare di guardare programmi televisivi controproducenti
e foto e immagini provocatorie sui social di donne e uomini che mettendo così
in mostra i loro corpi non stanno avendo né rispetto per loro stessi né per gli
altri. Alle donne soprattutto consiglio di mirare alla purezza del cuore e alla
bellezza della personalità, evitate di vestire in modo provocatorio tentando e
provocando così uomini che non sono il vostro coniuge. E agli uomini dico di
evitare di farsi provocare da donne che purtroppo vendono il proprio corpo come fosse un oggetto a buon mercato; lasciate
perdere questi inganni, non prestate attenzione, distogliete lo sguardo e
chiedete a Dio invece di suscitare in voi un rinnovato amore quotidiano nei
confronti delle vostre mogli.
Questo comandamento condanna il tradimento
(non solo fisico ma anche mentale, con lo sguardo, con le parole, usati
impropriamente nei confronti di donne e uomini che non sono i nostri coniugi).
Trasgredirlo significa non avere rispetto del proprio coniuge e dei suoi
sentimenti.
Per cui, ai coniugi dico: non
reprimete gli slanci di affetto l’uno verso l’altro. L’amore che non si esprime
si affievolisce. Non lasciate soffrire un cuore legato al vostro, trascurando
di dimostrargli bontà e affetto. Siate premurosi nel riconoscere le qualità
l’uno dell’altro. La convinzione di essere apprezzati rappresenta una
soddisfazione e uno stimolo meravigliosi, l’amore stesso in questo modo
aumenta. Dovremmo dare meno importanza a
ciò che il mondo esterno può dire, e concedere una grande attenzione ai membri
della famiglia. Si dovrebbe manifestare verso i membri della propria famiglia
tenerezza, felicità e cortesia, perché sono le piccole attenzioni di ogni
giorno che creano un ambiente felice. Se imparerete a fare questo e sarà il
vostro proposito quotidiano, non avrete tempo per lasciarvi tentare da ciò che
non vi appartiene e desiderare ciò che non è vostro, perché tutte le vostre
energie saranno concentrate invece nella vostra relazione e rinnoverete ogni
giorno il dono dell’amore.
8° Comandamento: non rubare. Questo comandamento ci ricorda che
nessuno ha il diritto di attentare alla proprietà altrui. Nel nostro mondo c’è
troppa fame, povertà e miseria. Troppe differenze tra ricchi e poveri, troppe
strutture sociali ingiuste, troppe persone che soffrono a causa della
disoccupazione o perché sfruttate con lavori mal retribuiti. Il desiderio di lucro, di avidità, la
corruzione, sono diventati un cancro sociale. A volte però, trascinati
dall’andazzo della società iniziamo a credere che ci manchi la fortuna
dell’altro, i suoi beni, il suo successo. Molto di ciò che appartiene al
prossimo vorremmo averlo noi e anche rapidamente. Così compromettiamo il nostro
onore sia apertamente che camuffandoci, cercando di appagare con “l’avere” una
sete che solo con “l’essere” potremmo
saziare. Cerchiamo invece di godere di quello che abbiamo imparando a
gestire le nostre risorse e anche a farcele bastare.
9° Comandamento: non renderai falsa testimonianza contro il tuo
prossimo. Questo comandamento condanna qualsiasi forma di menzogna che
attenti alla reputazione dell’altro, a partire dalla calunnia e anche da
critiche raffinate che vengono nascoste dietro i falsi complimenti. Parliamo troppo spesso degli altri e anche
male, quando invece potremmo concentrarci sulla nostra crescita, sullo
sviluppare delle qualità, sull’utilizzare il tempo libero imparando cose nuove.
Cerchiamo quindi di concentrarci sulla nostra realtà senza giudicare quella
degli altri, né tantomeno calunniarli o essere ipocriti nei loro confronti.
Ognuno di noi ha un immenso valore e per dimostrarlo non abbiamo bisogno di
sminuire l’altro. Impariamo a dire invece la verità, e qualora ci troviamo di
fronte a qualcosa che non va, confrontiamoci serenamente solo con la persona
interessata con l’obiettivo di riconciliarci e crescere se anche l’altro è
disponibile, diversamente lasciamolo libero di fare la sua scelta senza per
questo andare in giro a diffamarlo. Impariamo anche ad assumerci le nostre
responsabilità come individui e chiediamo a Dio il coraggio per affrontare la
realtà.
Il decimo comandamento può
racchiudere gli altri invitandoci ancora una volta ad accontentarci di quello
che siamo e abbiamo, senza invidiare gli altri e paragonarci con loro.
In conclusione, che il Signore ti renda libero dai
surrogati dell’amore, per imparare ad amare pienamente e senza riserve il tuo
coniuge; libero dall’insoddisfazione materiale e dalla necessità di possedere
a qualunque prezzo, libero da tutte le maschere, per imparare ad essere te
stesso senza deformare la verità e libero dalle catene dell’invidia per
sfruttare la pace.
“Trova la tua
gioia nel Signore, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore”
Salmo
37:4
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