Vita in Abbondanza

sabato 11 aprile 2020

12. SII GRATO DI CIO' CHE HAI E ABBINE CURA. 7°, 8°, 9°,10° COMANDAMENTO!


Il 7°, 8°, 9°, 10° comandamento: un cammino che ti viene posto davanti per prendere atto della tua realtà!

Questi quattro comandamenti  portano il credente a considerare il valore infinito che ha la propria vita e tutto ciò che possiede e nel caso in cui volesse migliorarsi e crescere, a  farlo con l’aiuto di Dio e con le forze da Lui concesse senza desiderare di appropriarsi illecitamente di ciò che appartiene agli altri, sia esso denaro, affetti, reputazione, gloria, fama e posizione sociale. Questi comandamenti ti invitano a prendere atto della tua realtà e ad essere grato per quello che hai. 

Bisogna chiedere al Signore di darci l’umiltà di accettare che ci sono cose che possiamo raggiungere e altre no. Non dobbiamo vivere alienati nell’impossibile e in ciò che non è necessario. Occorre sviluppare una fede che ci porti a rispettare il fatto che Dio, nella sua infinita saggezza, sa cosa è meglio per noi. Non vivere tormentato a causa di quello che non sei e di quello che non hai, a causa di quello che potresti essere o avere. Bisogna imparare a sperare, tendere ad elevarci ma con l’obiettivo di raggiungere il meglio per noi e dare gloria a Dio, secondo le possibilità e le capacità che Dio ci concede e desiderando di avere in noi plasmata l’immagine di Cristo, i suoi valori, la bellezza del suo carattere, prendendo quindi Lui come metro di misura e non gli altri al punto tale da desiderare ciò che loro appartiene e competere con loro in una lotta sfrenata e priva di scrupoli. 

Bisogna disimparare la “concupiscenza” che altro non è che il continuo desiderare in modo sfrenato ciò che non ti appartiene e che non hai e che magari in questo momento non puoi avere. Ti accorgi che stai concupendo quando non vivi serenamente il tuo presente e non riesci a godere di quello che hai perché sei proiettato troppo nel volere avere sempre e sempre di più. Questo non ti porta ad avere la pace interiore, non ti porta ad avere la gioia di godere del tuo presente e di ringraziare invece per gli obiettivi che stai raggiungendo. Dio non è contrario alla nostra realizzazione come esseri umani, ma non possiamo crescere e migliorarci se non impariamo a gioire dei piccoli passi e dei sacrifici quotidiani. Proiettarci troppo nel futuro e in quello che al momento non ci è possibile raggiungere o avere, significa aprire la porta alla “disperazione”, alla “lamentela”, alla “scontentezza” tanto da non prenderci cura di quello che invece abbiamo, addossandoci anche la colpa a questo punto di non esserne “meritevoli”. 

Nello specifico:

7° Comandamento: non commettere adulterio. Questo è un comandamento che esige il rispetto intanto della “propria” affettività e poi anche di quella degli altri. Trasgredirlo implica un’aggressione morale al proprio coniuge e anche alla famiglia altrui. Oggi viviamo in una società in cui i valori morali non esistono più. Tutto è lecito. Il nostro mondo soffre di troppi problemi relativi alla dignità umana. Tra l’altro non mancano provocazioni da un punto di vista sessuale sia in tv che sui social. Consiglio di evitare di guardare programmi televisivi controproducenti e foto e immagini provocatorie sui social di donne e uomini che mettendo così in mostra i loro corpi non stanno avendo né rispetto per loro stessi né per gli altri. Alle donne soprattutto consiglio di mirare alla purezza del cuore e alla bellezza della personalità, evitate di vestire in modo provocatorio tentando e provocando così uomini che non sono il vostro coniuge. E agli uomini dico di evitare di farsi provocare da donne che purtroppo vendono il proprio corpo come fosse un oggetto a buon mercato; lasciate perdere questi inganni, non prestate attenzione, distogliete lo sguardo e chiedete a Dio invece di suscitare in voi un rinnovato amore quotidiano nei confronti delle vostre mogli

Questo comandamento condanna il tradimento (non solo fisico ma anche mentale, con lo sguardo, con le parole, usati impropriamente nei confronti di donne e uomini che non sono i nostri coniugi). Trasgredirlo significa non avere rispetto del proprio coniuge e dei suoi sentimenti. 

Per cui, ai coniugi dico: non reprimete gli slanci di affetto l’uno verso l’altro. L’amore che non si esprime si affievolisce. Non lasciate soffrire un cuore legato al vostro, trascurando di dimostrargli bontà e affetto. Siate premurosi nel riconoscere le qualità l’uno dell’altro. La convinzione di essere apprezzati rappresenta una soddisfazione e uno stimolo meravigliosi, l’amore stesso in questo modo aumenta. Dovremmo dare meno importanza a ciò che il mondo esterno può dire, e concedere una grande attenzione ai membri della famiglia. Si dovrebbe manifestare verso i membri della propria famiglia tenerezza, felicità e cortesia, perché sono le piccole attenzioni di ogni giorno che creano un ambiente felice. Se imparerete a fare questo e sarà il vostro proposito quotidiano, non avrete tempo per lasciarvi tentare da ciò che non vi appartiene e desiderare ciò che non è vostro, perché tutte le vostre energie saranno concentrate invece nella vostra relazione e rinnoverete ogni giorno il dono dell’amore. 

8° Comandamento: non rubare. Questo comandamento ci ricorda che nessuno ha il diritto di attentare alla proprietà altrui. Nel nostro mondo c’è troppa fame, povertà e miseria. Troppe differenze tra ricchi e poveri, troppe strutture sociali ingiuste, troppe persone che soffrono a causa della disoccupazione o perché sfruttate con lavori mal retribuiti. Il desiderio di lucro, di avidità, la corruzione, sono diventati un cancro sociale. A volte però, trascinati dall’andazzo della società iniziamo a credere che ci manchi la fortuna dell’altro, i suoi beni, il suo successo. Molto di ciò che appartiene al prossimo vorremmo averlo noi e anche rapidamente. Così compromettiamo il nostro onore sia apertamente che camuffandoci, cercando di appagare con “l’avere” una sete che solo con  “l’essere” potremmo saziare. Cerchiamo invece di godere di quello che abbiamo imparando a gestire le nostre risorse e anche a farcele bastare. 

9° Comandamento: non renderai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Questo comandamento condanna qualsiasi forma di menzogna che attenti alla reputazione dell’altro, a partire dalla calunnia e anche da critiche raffinate che vengono nascoste dietro i falsi complimenti. Parliamo troppo spesso degli altri e anche male, quando invece potremmo concentrarci sulla nostra crescita, sullo sviluppare delle qualità, sull’utilizzare il tempo libero imparando cose nuove. Cerchiamo quindi di concentrarci sulla nostra realtà senza giudicare quella degli altri, né tantomeno calunniarli o essere ipocriti nei loro confronti. Ognuno di noi ha un immenso valore e per dimostrarlo non abbiamo bisogno di sminuire l’altro. Impariamo a dire invece la verità, e qualora ci troviamo di fronte a qualcosa che non va, confrontiamoci serenamente solo con la persona interessata con l’obiettivo di riconciliarci e crescere se anche l’altro è disponibile, diversamente lasciamolo libero di fare la sua scelta senza per questo andare in giro a diffamarlo. Impariamo anche ad assumerci le nostre responsabilità come individui e chiediamo a Dio il coraggio per affrontare la realtà.

Il decimo comandamento può racchiudere gli altri invitandoci ancora una volta ad accontentarci di quello che siamo e abbiamo, senza invidiare gli altri e paragonarci con loro. 

In conclusione, che il Signore ti renda libero dai surrogati dell’amore, per imparare ad amare pienamente e senza riserve il tuo coniuge; libero dall’insoddisfazione materiale e dalla necessità di possedere a qualunque prezzo, libero da tutte le maschere, per imparare ad essere te stesso senza deformare la verità e libero dalle catene dell’invidia per sfruttare la pace. 

Trova la tua gioia nel Signore, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore”
Salmo 37:4

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