Vita in Abbondanza

venerdì 27 marzo 2020

4. SI, IO TI AMO DI UN AMORE ETERNO


L’amore incondizionato di Dio
È difficile per molti capire come Dio può salvarci quando abbiamo avuto una vita di peccato. Come risultato, la maggior parte della gente fugge da Dio in preda al dubbio o alla paura. Questa è una delle forme attraverso cui il Diavolo rende oscura la buona notizia del Vangelo all’umanità. È per questa importante ragione che tutti abbiamo bisogno di renderci conto che la ragione per la quale Dio ha redento l’umanità in Cristo è dovuta al suo amore incondizionato per noi, non alla nostra bontà. Questa è la salvezza per grazia.
L’apostolo Paolo fece questa profonda dichiarazione al giovane Timoteo: Questa parola è sicura e degna di essere pienamente accettata, che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo”. (1 Timoteo 1:15).
Dato che tutti siamo peccatori, ed abbiamo ereditato dal nostro padre Adamo questa condizione, possiamo trovare speranza nel fatto che lo stesso Figlio di Dio ha avuto come obiettivo unico la nostra salvezza.
La ragione per la quale i peccatori non hanno motivo di aver paura di Dio e possono andare a Lui con piena fiducia si deve al fatto che Dio è amore. Una volta che i nostri occhi si aprono a questa evidenza, il Vangelo si trasforma in una straordinaria buona notizia.
Giovanni 3:16 dice: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”.
Il mondo è la razza umana che si era ribellata contro Dio. È per questo che la nostra salvezza non dipende dalla nostra bontà o dal nostro desiderio ma dal fatto che Dio è amore. Questa verità è il fondamento per una corretta comprensione del Vangelo.
L’apostolo Paolo, nel riferirsi al tema della nostra salvezza enfatizza chiaramente che l’amore di Dio per noi è la vera ragione per la quale siamo salvati. Efesini 2:4,5 dichiara: “Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore con il quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (voi siete salvati per grazia)” e nella sua epistola a Tito, l’apostolo Paolo presenta lo stesso principio: “Ma quando apparvero la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore verso gli uomini, egli ci ha salvati non per mezzo di opere giuste che noi avessimo fatto” (Tito 3:3-5).
Anche se la Bibbia dichiara che tutti ci trovavamo morti nei nostri falli, ossia peccati (cfr. Efesini 2:4-5), afferma anche che l’amore di Dio per noi è incondizionato. Di fatto, questa è una buona notizia.
Ai tempi di Gesù veniva insegnato ad amare il prossimo e odiare il nemico, in Matteo 5:43 infatti leggiamo:
Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico".
 La parola “prossimo”, si riferisce qui ad amici giudei e la parola “nemico” si riferisce ai gentili, cioè a tutti quelli che non erano giudei dalla nascita. Questa, oggi, è anche la nostra realtà, dato che sappiamo bene come amare i nostri amici, ma ci è comunque difficile farlo. Contrariamente a questo tipo di relazione, tra il prossimo e il nemico, Gesù descrisse l’amore cristiano dalla prospettiva di Dio nell’affermare in Matteo 5:44 ciò che segue:
Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano”.
Le Scritture insegnano che “Dio è amore”, vedi 1 Giovanni 4:8. Questo amore è ciò che Dio è per natura; la sua misericordia, e per tanto, tutto il suo modo di agire, si basa su di esso. Questo amore riflette il sentimento che Dio ha per i peccatori. È questo tipo di amore che mostra il vero cristianesimo al mondo ed è la prova più grande del potere del Vangelo e il fatto che siamo seguaci di Cristo, in Giovanni 13:34-35 leggiamo infatti:
Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri.  Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.
In Matteo 5:45, il Signore Gesù afferma ancora una volta che Dio “fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”. La prospettiva dell’amore di Dio che Gesù ha voluto che intendessimo, è che l’amore di Dio si estende al di là di tutte le barriere. Contrariamente all’amore umano. Dio ama e si prende cura anche di quelli che lo odiano. Per tanto, l’amore di Dio è incondizionato dato che non dipende da ciò che noi facciamo.
In Romani 5:6-10 l’apostolo Paolo mantiene questo principio nel sottolineare che Gesù ha deciso di salvarci e pagare con la sua vita il nostro riscatto nonostante il nostro essere empi, deboli, peccatori ed anche nemici di Dio. Il testo afferma che anche se eravamo incapaci di salvare noi stessi, siamo stati riconciliati con Dio attraverso la morte di suo figlio. Anche se questo amore va al di là della nostra comprensione, è reale, perché Dio lo dice e lo ha dimostrato nella croce dove Cristo morì.
Romani 5:8 afferma: “Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”.
Affinché possiamo capire la profondità di questo amore, il testo ci insegna che è molto difficile che qualcuno possa morire al posto di una persona buona; però è addirittura impossibile, che appaia qualcuno che voglia morire al posto di un malvagio, sia terrorista, violento, canaglia, omicida o ladro. Eppure Gesù lo ha fatto, è morto per noi che non lo meritavamo.
Lo studio dell’amore è interessante nella Bibbia. La lingua greca, la cui semantica è più ricca rispetto a quella italiana ed è anche la lingua originale in cui fu scritto il Nuovo Testamento, ha quattro parole per definire l’amore. Queste sono:
(1) “Eros” (amore intimo nella coppia),
(2) “Storge” (amore verso i familiari e gli amici),
(3) “Phileo” (amore filiale, da figlio a padre),
(4) “Agape” (amore incondizionato).
Di questi quattro, l’amore “eros” fu considerato dai greci come la più alta forma di amore. Platone descrisse questo tipo speciale di “eros” come l’eros celeste, il quale più tardi venne chiamato amore platonico; per Platone questo tipo di amore implicava il privarsi della sensualità per cercare gli dei. In generale, questo tipo di “amore” fu la base delle religioni pagane.
Chiarire i differenti usi che nella Bibbia si fanno della parola amore, ci aiuta nella comprensione di diversi testi biblici. Per esempio, esiste un’apparente contraddizione tra Matteo 22:39 e 2 Timoteo 3:2. Il primo versetto ci comanda di “amare” il nostro prossimo come noi stessi, mentre il secondo afferma che alla fine dei tempi ci sarebbero stati uomini “amanti di sè stessi”. Come posso amare il prossimo come me stesso se gli amanti di sè stessi sono in cima alla lista dei peccatori? La ragione sta nel fatto che da un lato la Bibbia mi insegna che devo amare (“agapao”) il mio prossimo in Matteo 22:39; dall’altro lato, che alla fine dei tempi ci sarebbero stati amanti di sè stessi (“philautos”), o persone con un esagerato amore egoistico, in 2 Timoteo 3:2.
Gli scrittori del Nuovo Testamento non hanno utilizzato la parola “eros”, nel riferirsi all’amore cristiano, nemmeno una volta. Questo fu inaccettabile per alcuni Padri della Chiesa, che diventarono i leader della Chiesa cristiana dopo la morte degli apostoli. Alcuni di questi Padri, che erano di origine greca, volevano sostituire nella Bibbia, la parola “agape” con la parola “eros”; “agape” è la parola chiave utilizzata nel Nuovo Testamento dagli Apostoli per definire l’amore incondizionato di Dio (in alcune occasioni la Parola di Dio utilizza anche “phileo” per riferirsi all’amore di Dio verso di noi e l’amore nostro verso Dio).
In Giovanni 21:15-17 ci vengono insegnati due differenti tipi di amore in un dialogo tra Gesù e Pietro: “Dopo che ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giona, mi ami (agapao) tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo Signore, tu lo sai che io ti amo (phileo)». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli chiese di nuovo una seconda volta: «Simone di Giona, mi ami (agapao) tu?». Gli rispose: «Certo Signore, tu lo sai che io ti amo (phileo)». Gesù gli disse: «Abbi cura delle mie pecore». Gli chiese per la terza volta: «Simone di Giona, mi ami (phileo) tu?». Pietro si rattristò che per la terza volta gli avesse chiesto: «Mi ami (phileo) tu?», e gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa, tu sai che io ti amo (phileo)». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore”.
Le nostre Bibbie in italiano non mostrano il vero significato di questo dialogo. Però nei manoscritti antichi c’è una differenza tra la domanda di Gesù, Pietro mi ami? (“agapao”), e la risposta di Pietro, Signore ti amo (“phileo”).
1 Giovanni 4:8 afferma che Dio è amore (agape). Questo tipo di amore è incondizionato. Nella Parola di Dio, sono molti i testi che dichiarano che Dio è amore; tra questi abbiamo: 1 Giovanni 3:16, 1 Giovanni 4:16, ecc. Questo attributo di Dio lo possiamo incontrare in modo chiaro nell’Antico Testamento, in Geremia 31:3, dove il profeta sotto ispirazione divina scrisse:
“Molto tempo fa l'Eterno mi è apparso, dicendo: “Sì, ti ho amata di un amore eterno; per questo ti ho attirata con benevolenza”.
Grazie al suo amore incondizionato Dio chiama coloro che hanno confidato in Lui suoi figli. In 1 Giovanni 3:1-2 la Parola dice quanto segue: “Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui.  Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è”. Non solo Dio ama l’umanità in modo incondizionato ma in suo Figlio, i credenti arrivano ad essere adottati come figli e figlie di Dio ed eredi con Cristo. Vedi Romani 8:16-17.
Una volta che sappiamo e crediamo che l’amore di Dio per noi è incondizionato, possiamo confidare in Lui per la certezza della salvezza. Dato che Dio è fedele, il suo amore non difetta mai. Vedi 1 Corinzi 13:8. La conoscenza del perfetto amore di Dio, getta via la paura del giorno del giudizio, in modo tale che il credente non deve vivere nel timore una volta accettato Gesù. Vedi 1 Giovanni 4:17-18. La paura della sentenza è il risultato del nostro problema del peccato. Dato che tutti abbiamo peccato, tutti siamo vittime della paura che produce il salario del peccato, cioè la morte. Solo la conoscenza dell’amore redentore di Dio può spazzare via questo timore.
L’apostolo Paolo va un po’ più al di là quando scrive: “né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun'altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”. Vedi Romani 8:38-39.
Come cristiani dobbiamo affrontare molte difficoltà in questo mondo, però la nostra allegria, pace e speranza vengono dal sapere che nulla può separarci dall’amore di Dio. Non arriverà mai un momento in cui Dio smetta di amarci perché il suo amore è incondizionato ed eterno. Questo amore, manifestato in Cristo crocifisso, è la nostra eterna speranza.
Per apprezzare la buona notizia del Vangelo, è importante prima familiarizzare con il modo in cui Satana ha pervertito l’amore di Dio allo scopo di corrompere l’Evangelo. L’amore incondizionato di Dio “agapao”, dona tutto interamente agli altri, è per questo che tutte le religioni basate sull’amore per se stessi (incluse le non cristiane), chiedono che l’uomo debba salvare se stesso attraverso le sue buone opere. Questa è la salvezza per opere o legalismo.
Il messaggio del Vangelo ci dice che Dio ha inviato suo Figlio nel mondo per salvare l’umanità mentre eravamo indifesi, eravamo malvagi, peccatori, e incluso, nemici di Dio, vedi Romani 5:6-10. Fu Agostino, uno dei capi della chiesa del IV secolo, che basandosi sul concetto greco di amore, elaborò una sintesi, che chiamò “caritas” (in italiano carità). Il risultato fu una deformazione del Vangelo, vale a dire, che l’uomo in parte viene salvato per la grazia di Dio, basata nel suo amore agape, e in parte per lo sforzo umano, basato sull’amore per sè stessi. Questo Vangelo distorto sommerse la chiesa cristiana in quella che la storia chiama “Secoli Bui”.
Molti cristiani anche se ben intenzionati hanno sbagliato nell’adottare un “vangelo” distorto, il vangelo CARITAS, il quale non è realmente il Vangelo. Questo tipo di legalismo è la stessa eresia che i falsi maestri tentarono di introdurre in Galazia. E a questo che si riferisce l’apostolo Paolo in Galati 1:6-7 quando scrive: “Mi meraviglio che da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, passiate così presto ad un altro evangelo, il quale non è un altro evangelo; ma vi sono alcuni che vi turbano e vogliono pervertire l'evangelo di Cristo”. Ancora oggi le persone fanno buone opere e si sforzano per osservare i comandamenti con lo scopo di sentirsi meritevoli di ottenere la salvezza, nonostante il chiaro insegnamento della Scrittura affermi che “nessuno sarà giustificato davanti a Dio mediante le opere della legge”. Vedi Galati 2:16.
È stato in questo modo, tergiversando il vero significato dell’amore di Dio, che Satana è riuscito a pervertire il Vangelo puro. Questo ha rubato il potere del Vangelo. Giustificazione e giustizia non più per fede, ma in parte ottenute per gli sforzi personali e in parte, per la grazia di Dio.
La battaglia tra l’amore agape, e l’amore proprio e l’amore tradotto come “caritas”, nella storia della chiesa, ha prodotto un misto di verità ed errore. Questi concetti di amore hanno prodotto 3 tipi di vangelo che riguardano le religioni del mondo attuale.
La seguente tabella mostra i 3 tipi di metodi sui quali si basa l’uomo per “ottenere” la salvezza. Solo il Vangelo Agape è quello vero.
Vangelo AMORE PROPRIO
Salvezza solo per opere
Vangelo CARITAS
Salvezza per Fede + Opere
Vangelo AGAPE
Salvezza solo per Fede
DIO
DIO
DIO
UOMO
UOMO
UOMO
PAGANESIMO
EVANGELO PERVERTITO
VERO EVANGELO

Sotto il Vangelo Agape, siamo salvati per sola grazia, e questa grazia la riceviamo solamente per fede, vedi Efesini 2:8.
Le Buone opere, Efesini 2:10, motivate dall’amore di Dio (agape) in noi, sono il frutto dello Spirito. Mentre glorificano Dio, queste opere non contribuiscono assolutamente un solo apice nella nostra salvezza, ma danno evidenza della salvezza che già è nostra in Cristo. Nella prossima lettera vedremo come Dio ci ha collocati in Cristo e riconciliati con Lui.
Dio benedica te che leggi e coloro con i quali vorrai condividere il vangelo di Gesù Cristo così come ce lo presenta la Bibbia.

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