Vita in Abbondanza

domenica 19 aprile 2020

14. BEATI COLORO CHE PROVANO UN PROFONDO DOLORE, PERCHE' SARANNO CONSOLATI.


L’afflizione, il cordoglio, il dolore di cui si parla in questa seconda beatitudine che troviamo in Matteo 5:4 è il sincero e profondo dispiacere che si prova per i peccati commessi.

Abbiamo visto come nella prima beatitudine sono felici e beati coloro che sono consapevoli della loro povertà spirituale (Poveri in spirito) e sentono il bisogno di una redenzione, abbiamo visto come il Vangelo è per coloro che si rendono conto che da soli non ce la possono fare. Una volta andati a Cristo così come siamo: poveri, deboli, peccatori, dubbiosi, increduli; chi contempla Gesù sulla croce comprende la colpevolezza dell’umanità rendendosi conto che è stato il peccato a opprimere e crocifiggere il Signore della gloria.

È importante capire come Satana ha deturpato le prove dell’amore divino accecando la mente dell’uomo e inducendolo a provare timore per il Signore, facendogli credere che Egli sia crudele, severo, avido di giustizia, un giudice inesorabile e uno spietato creditore. Satana ha presentato il Creatore come un essere che con occhio sospetto cerca gli errori e le colpe degli uomini per poi poterli colpire con i suoi giudizi.

Per sfatare le insinuazioni di Satana, l’unico che realmente vuole il nostro male, Gesù è sceso sulla terra, e studiando tutta la sua vita nei Vangeli, potremo notare come ha rivelato l’amore di Dio e ha fatto conoscere il Padre. Parlando della sua missione sulla terra, Gesù disse:

“Il Signore ha mandato il suo Spirito su di me. Egli mi ha scelto per portare il lieto messaggio ai poveri. Mi ha mandato per proclamare la liberazione ai prigionieri, e il dono della vista ai ciechi, per liberare gli oppressi” (Luca 4:18).

Sei povero in spirito? Ossia senti il bisogno del Salvatore? Egli è qui proprio per te oggi.

Sei prigioniero dei tuoi peccati dai quali pensi di non riuscire a liberarti? Egli ha promesso che ti libererà.

Sei cieco riguardo la tua situazione attuale di fronte a Dio? Non riesci a renderti conto di quali sono i tuoi limiti, in che cosa sei mancante, cosa ha causato il vuoto che magari senti dentro? Ci sono situazioni nella nostra vita, ferite emotive, abitudini sbagliate, scelte sbagliate, delle quali non siamo consapevoli ma che fanno di noi quello che siamo oggi, facendoci sovente provare un profondo senso di insoddisfazione e di vuoto. Ecco, se sei cieco, perché non riesci ad essere consapevole di ciò che sta alla base dietro la tua situazione attuale, Gesù è lì proprio per ridarti la vista e liberarti da ciò che ti opprime.

Ricordati che Egli ha lasciato un mondo di gloria indescrivibile per una terra deturpata dal peccato, dalla morte e dalla maledizione a causa della trasgressione della sua legge e dal nostro rifiuto di Lui. Gesù si è privato dell’affetto del Padre, dell’adorazione degli angeli, per sopportare non solo vergogna, insulti, odio ma persino la morte, e tutto questo per svelare il vero carattere omicida di Satana. Gesù poteva scendere e liberarsi tranquillamente dalla croce, ma non lo fece, andò fino in fondo, mostrando a tutti qual è la fine che Satana vuole che facciamo allontanandoci da Cristo e seguendo le sue false vie della felicità. Gesù ha quindi pagato al nostro posto quello che dovevano pagare noi.

Ecco che contemplando la sua vita e il suo sacrificio, l’uomo capisce che nonostante sia amato profondamente, nella sua vita ha manifestato ingratitudine e ribellione. Ha abbandonato il suo migliore amico e ha disprezzato il dono più prezioso di Dio. Ma Dio promette che quando ci troviamo nell’angoscia più profonda per aver riconosciuto i nostri peccati, allora saremo consolati perché grazie al pentimento siamo andati alla croce e vi abbiamo abbandonato i nostri pesi.

Dio non è l’autore della sofferenza nella nostra vita, né si compiace quando ci troviamo in difficoltà. La sofferenza che sperimentiamo direttamente o indirettamente, per nostra responsabilità o per altri, è una sofferenza che è conseguenza delle leggi volute da Dio per la nostra felicità e trasgredite, ecco che Dio allora non è l’autore di queste conseguenze ma in un certo modo permette che le subiamo affinché in noi avvenga una trasformazione, affinché possiamo alzare lo sguardo al cielo e cercare questo Dio che per molti è sconosciuto, affinché possiamo ricordarci che c’è un Dio in cielo che ha sempre voluto il nostro bene ed è a quel bene che vuole riportarci attraverso la purificazione e il miglioramento del nostro carattere, distogliendo il nostro sguardo da queste realtà terrene ormai degradate e fissandolo sulle realtà eterne che presto vivremo.

Il Signore non è indifferente, Egli si impegnerà in favore di coloro che ripongono la loro fiducia in lui. Il Signore dice: “Io tratto severamente quelli che amo; cambiate vita, dunque, e impegnatevi con tutte le forze” (Apocalisse 3:19).

Cristo purifica il cuore di chi si pente e incoraggia chi è afflitto a diventare suo amico. Molti quando attraversano delle sofferenze pensano di essere caduti nelle mani del nemico, si scoraggiano e nell’oscurità lottano con tutte le loro forze senza però trovare una via d’uscita, ma non si rendono conto che proprio in quel momento Dio è più vicino e vuole trasformare quella prova in una benedizione. Anche una vita caratterizzata dal dolore e dalle difficoltà può essere illuminata dalla Sua presenza, ed è proprio quando distogliamo il nostro sguardo dalla sofferenza per soffermarlo su Cristo, che dimentichiamo la nostra realtà, iniziamo a sentire la Sua presenza e in noi inizia un processo di trasformazione.

Non è necessario capire prima il peccato e poi andare a Cristo, anzi, è proprio il contrario, abbiamo bisogno prima di andare a Cristo, contemplarlo, conoscerlo, per capire qual'è il peccato che ci provoca così tanto dolore e che siamo chiamati ad abbandonare. E' solo contemplando Cristo che ci renderemo conto della nostra miseria e a quel punto saremo liberati.

Gesù è sensibile alle tue angosce, alle tue lacrime, alla tua sofferenza e alle tue preoccupazioni; ti ama profondamente e ti circonda di attenzioni, lo sta facendo anche adesso. Egli vuole che tu lo cerchi con tutto il cuore, che mediti attraverso la Bibbia sulla sua grande bontà, e in questo modo Egli ti aiuterà ad elevare il tuo animo al di sopra delle tristezze e dei dubbi quotidiani per assicurarti la vera pace. Leggendo la Bibbia e meditando sul meraviglioso amore e carattere di Cristo, ti renderai conto come Egli ha sempre teso la sua mano verso chi ha gridato a Lui per ricevere aiuto, Egli ha sempre teso la mano verso chi sofferente cercava conforto, una via d’uscita, un cambiamento radicale della propria condizione. In 2 Corinzi 1:3-5 leggiamo:

Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.

Possa Dio illuminare il tuo cammino, attirarti a sé e portarti oggi conforto e consolazione indipendentemente dalla situazione in cui ti trovi. Egli lo ha promesso e lo farà, se sei afflitto perché senti il peso del tuo allontanamento da Dio, il peso dell’ignoranza riguardo Dio e le realtà eterne, il peso del peccato sotto tutte le sue forme, Egli è lì per accoglierti e consolarti ridandoti speranza e fiducia.

Dio benedica te che leggi e coloro con i quali vorrai condividere questo prezioso messaggio.

martedì 14 aprile 2020

13. Chi è che non desidera la vita e lunghi giorni per gioire del bene? BEATI I POVERI IN SPIRITO ...!

Dopo aver percorso il cammino che i comandamenti di Dio (Esodo 20:1-17) ci pongono davanti perché lo seguiamo per avere una vita benedetta secondo la volontà di Dio, continuiamo oggi a percorrere questo meraviglioso sentiero iniziando il cammino delle Beatitudini (Matteo 5:1-12), che altro non sono a mio parere che un continuo dei comandamenti.

Il “sermone sul monte” tutto, di cui le beatitudini fanno parte, è una voce che proviene dal trono stesso di Dio. Questo messaggio è stato trasmesso agli uomini perché diventasse la loro legge morale, la luce che li illumina dal cielo, la speranza e la consolazione nello scoraggiamento, la gioia e il conforto nelle vicissitudini della vita.

Attraverso questo messaggio Cristo sottolinea quei tratti del carattere che saranno sempre approvati e benedetti.

Quando Gesù pronunciò questo sermone, la folla davanti a lui era con il cuore ricolmo di una visione di gloria rispetto al futuro. Gli scribi e i farisei di allora attendevano con impazienza il giorno in cui avrebbero potuto dominare sugli odiati romani e godere delle ricchezze e della gloria del grande impero. I contadini e i pescatori speravano di udire che i loro miseri tuguri, il loro cibo scarso e la loro dura fatica si sarebbero presto mutati in sontuosi palazzi e in una vita agiata, speravano che Cristo avrebbe offerto loro, al posto dell’unico rozzo drappo che serviva da vestito di giorno e da coperta di notte, le ricchezze e le costose vesti dei conquistatori.

Ogni cuore trasaliva d’orgoglio al pensiero che la propria nazione, Israele, l’eletto del Signore, sarebbe stato onorato davanti alle nazioni e che Gerusalemme sarebbe diventata la capitale di un regno universale.

Facendo un salto ai nostri giorni possiamo notare come il cuore umano non sia cambiato, si sente frequentemente parlare di guerre e rumori di guerre, di una nazione in lotta contro l’altra per il potere e il desiderio di supremazia, delle lotte tra ricchi e poveri, del desiderio di riscatto da parte di chi si sente ferito, debole, sfruttato e che desidera una vita agiata e di come l’orgoglio spinge l’essere umano a stilare tutta una serie di promesse che vedono lo stabilirsi di un regno universale di “pace e sicurezza” su questa terra. Non è forse a questo che anela ogni essere umano?

Cristo però deluse le speranze di grandezza terrena, lo fece allora e attraverso le stesse parole lo fa anche oggi. La concezione che il popolo di allora aveva del Messia e della sua missione era tale da impedirgli di riconoscerlo. Le tradizioni, le cerimonie e l’interpretazione arbitraria delle profezie da parte di quegli uomini orgogliosi e mondani, aveva offuscato lo spirito della vera religiosità e del regno di Dio. A quel tempo gli Ebrei accecati solo dal desiderio di un regno terreno e materialista, non aspettavano più un Salvatore che li liberasse dai loro peccati.

Mi chiedo quanto questo rispecchi la situazione odierna!

Non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno. La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode. Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti. La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza. I loro piedi sono veloci a spargere il sangue. Rovina e calamità sono sul loro cammino e non conoscono la via della pace. Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi». Romani 3:9-18

Non conoscono la via della pace! A quale pace si riferisce il Signore? C’è un solo regno che può stabilirsi su questo mondo e togliere via ogni sofferenza, ogni guerra, ogni malattia, ogni violenza, e soprattutto la morte ed è il Regno di Dio. In Apocalisse 21 leggiamo che presto Dio interverrà in modo glorioso sulla storia di questo mondo e come Creatore di tutto ciò che siamo, della nostra vita, e di tutto ciò che vediamo e non vediamo, la terra e l’universo, farà giustizia, estirperà completamente ogni radice del male e stabilirà l’unico Regno Universale di pace e vita eterna:

Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati… vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate». Allora colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio tutte le cose nuove». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono veraci e fedeli». E mi disse ancora: «È fatto! Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell'acqua della vita. Chi vince erediterà tutte le cose, e io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio. Apocalisse 21:1-7

C’è solo un regno, il Regno di Dio che è in grado di offrirci cose infinitamente migliori di quelle che conosciamo e c’è solo una VIA attraverso la quale possiamo entrarvi, Gesù Cristo, il quale in questo meraviglioso sermone, parlò delle condizioni per entrarvi, enunciando i principi del Regno di Dio che abbiamo bisogno di imparare attraverso la VIA, per poterne fare parte.

Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli

Le prime parole di Gesù furono parole di benedizione. Beati coloro che sono consapevoli della loro povertà spirituale e sentono il bisogno di una redenzione. Il Vangelo è per i poveri, gli umili, i contriti, non per gli orgogliosi che presumono di essere ricchi e di non aver bisogno di nulla. A queste persone il Signore dice:

Tu dici: «Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla», ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. Apocalisse 3:17-21.

Qual è la tua condizione di fronte a Dio? Sei come il fariseo che esclamava: - O Dio, ti ringrazio perché io non sono come gli altri uomini (Luca 18:11), o come Pietro che di fronte alla rivelazione della potenza divina di Cristo durante la pesca miracolosa cadde ai suoi piedi esclamando: - Allontanati da me, Signore, perché io sono un peccatore (Luca 5:8).

Le benedizioni offerte da Gesù sono per tutti gli uomini, anche per chi pensa di essere ricco e di non aver bisogno di nulla. Il problema è che questo tipo di persone respinge Cristo e i principi del suo regno con sdegno. Chi si sente santo, giusto, buono ed è soddisfatto di sé non prova il desiderio di accettare la grazia e la giustizia di Cristo, in questo modo chiude il suo cuore all’influsso e alle benedizioni del Salvatore. Non c’è spazio per Gesù nel cuore di una persona simile, la quale sentendosi degna di onore non cerca Gesù e il suo regno, illudendosi di aver raggiunto o di poter raggiungere un regno di pace e sicurezza con mezzi umani in questo mondo. Sono persone che pensando di essere dio di loro stesse, di avere tutto sotto controllo, si sentono a posto ma in realtà hanno un grande vuoto interiore.

Coloro che invece si rendono conto di non potersi salvare o compiere buone azioni apprezzano l’aiuto che Cristo offre loro. ESSI SONO I POVERI IN SPIRITO E DI LORO SARA’ IL REGNO DEI CIELI.

Cristo è colui che ci offre il perdono dei nostri peccati per entrare nel Suo Regno, ma prima di perdonarci Egli ci conduce al pentimento. Non c’è perdono senza il riconoscere il proprio stato di degrado, la propria colpevolezza, il proprio peccato. È lo Spirito Santo che convince il peccatore che non è in grado di fare il bene e che ogni sua azione è caratterizzata dall’egoismo e dal male. Il peccatore che si riconosce tale, in segno di sottomissione, grida come il pubblicano: - O Dio, abbi pietà di me che sono un povero peccatore! (Luca 18:13). Ed è esaudito. Quando siamo animati da questo spirito, allora Dio nella sua infinita misericordia e giustizia ci dice:

Su, venite e discutiamo»
dice il Signore.
«Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Isaia 1:18

E aggiunge:

 Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.  Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Ezechiele 36:26,27

Anche se il regno di Dio non si è ancora realizzato, siamo vicini al suo adempimento, i segni dei tempi ci mostrano come la fine del male sia vicina. Gesù vuole iniziare oggi in te l’opera di trasformazione che ti permetterà di far parte del suo regno che molto presto verrà a instaurare. Anche se noi non meritiamo l’amore di Dio, attraverso Cristo come nostro garante, possiamo essere salvati. Cristo ci invita a scambiare la nostra povertà con le ricchezze della sua grazia.

Quindi a te oggi dico: per quanto difficile siano state le tue esperienze passate, per quando scoraggianti quelle del presente, per quanto buie quelle del domani, se oggi scegli di rivolgerti a Cristo così come sei, debole, indifeso e disperato, Egli ti accoglierà. Il primo passo per essere salvato è riconoscere di aver bisogno del Salvatore, di Cristo. Egli aprirà le sue braccia affettuosamente per accoglierti e ti accorderà la sua giustizia. Se proprio adesso stai avvertendo i tuoi limiti e le tue esigenze, sappi che nulla ti viene rifiutato e Colui che possiede ogni pienezza ti dice:

Poiché così dice l'Alto e l'Eccelso, che abita l'eternità, e il cui nome è "Santo": Io dimoro nel luogo alto e santo ma sto vicino a colui che è oppresso e umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare lo spirito degli oppressi. Isaia 57:15

Possa il Signore ridarti vitalità, possa ravvivare il tuo spirito, la tua mente e il tuo corpo, rendendoti pieno di speranza e facendoti rinascere a nuova vita.

Se pensi di essere un povero in spirito, oggi hai compiuto il primo passo verso il Regno di Dio.

Dio benedica te che le leggi e coloro con i quali vorrai condividere questo prezioso messaggio.

 

sabato 11 aprile 2020

12. SII GRATO DI CIO' CHE HAI E ABBINE CURA. 7°, 8°, 9°,10° COMANDAMENTO!


Il 7°, 8°, 9°, 10° comandamento: un cammino che ti viene posto davanti per prendere atto della tua realtà!

Questi quattro comandamenti  portano il credente a considerare il valore infinito che ha la propria vita e tutto ciò che possiede e nel caso in cui volesse migliorarsi e crescere, a  farlo con l’aiuto di Dio e con le forze da Lui concesse senza desiderare di appropriarsi illecitamente di ciò che appartiene agli altri, sia esso denaro, affetti, reputazione, gloria, fama e posizione sociale. Questi comandamenti ti invitano a prendere atto della tua realtà e ad essere grato per quello che hai. 

Bisogna chiedere al Signore di darci l’umiltà di accettare che ci sono cose che possiamo raggiungere e altre no. Non dobbiamo vivere alienati nell’impossibile e in ciò che non è necessario. Occorre sviluppare una fede che ci porti a rispettare il fatto che Dio, nella sua infinita saggezza, sa cosa è meglio per noi. Non vivere tormentato a causa di quello che non sei e di quello che non hai, a causa di quello che potresti essere o avere. Bisogna imparare a sperare, tendere ad elevarci ma con l’obiettivo di raggiungere il meglio per noi e dare gloria a Dio, secondo le possibilità e le capacità che Dio ci concede e desiderando di avere in noi plasmata l’immagine di Cristo, i suoi valori, la bellezza del suo carattere, prendendo quindi Lui come metro di misura e non gli altri al punto tale da desiderare ciò che loro appartiene e competere con loro in una lotta sfrenata e priva di scrupoli. 

Bisogna disimparare la “concupiscenza” che altro non è che il continuo desiderare in modo sfrenato ciò che non ti appartiene e che non hai e che magari in questo momento non puoi avere. Ti accorgi che stai concupendo quando non vivi serenamente il tuo presente e non riesci a godere di quello che hai perché sei proiettato troppo nel volere avere sempre e sempre di più. Questo non ti porta ad avere la pace interiore, non ti porta ad avere la gioia di godere del tuo presente e di ringraziare invece per gli obiettivi che stai raggiungendo. Dio non è contrario alla nostra realizzazione come esseri umani, ma non possiamo crescere e migliorarci se non impariamo a gioire dei piccoli passi e dei sacrifici quotidiani. Proiettarci troppo nel futuro e in quello che al momento non ci è possibile raggiungere o avere, significa aprire la porta alla “disperazione”, alla “lamentela”, alla “scontentezza” tanto da non prenderci cura di quello che invece abbiamo, addossandoci anche la colpa a questo punto di non esserne “meritevoli”. 

Nello specifico:

7° Comandamento: non commettere adulterio. Questo è un comandamento che esige il rispetto intanto della “propria” affettività e poi anche di quella degli altri. Trasgredirlo implica un’aggressione morale al proprio coniuge e anche alla famiglia altrui. Oggi viviamo in una società in cui i valori morali non esistono più. Tutto è lecito. Il nostro mondo soffre di troppi problemi relativi alla dignità umana. Tra l’altro non mancano provocazioni da un punto di vista sessuale sia in tv che sui social. Consiglio di evitare di guardare programmi televisivi controproducenti e foto e immagini provocatorie sui social di donne e uomini che mettendo così in mostra i loro corpi non stanno avendo né rispetto per loro stessi né per gli altri. Alle donne soprattutto consiglio di mirare alla purezza del cuore e alla bellezza della personalità, evitate di vestire in modo provocatorio tentando e provocando così uomini che non sono il vostro coniuge. E agli uomini dico di evitare di farsi provocare da donne che purtroppo vendono il proprio corpo come fosse un oggetto a buon mercato; lasciate perdere questi inganni, non prestate attenzione, distogliete lo sguardo e chiedete a Dio invece di suscitare in voi un rinnovato amore quotidiano nei confronti delle vostre mogli

Questo comandamento condanna il tradimento (non solo fisico ma anche mentale, con lo sguardo, con le parole, usati impropriamente nei confronti di donne e uomini che non sono i nostri coniugi). Trasgredirlo significa non avere rispetto del proprio coniuge e dei suoi sentimenti. 

Per cui, ai coniugi dico: non reprimete gli slanci di affetto l’uno verso l’altro. L’amore che non si esprime si affievolisce. Non lasciate soffrire un cuore legato al vostro, trascurando di dimostrargli bontà e affetto. Siate premurosi nel riconoscere le qualità l’uno dell’altro. La convinzione di essere apprezzati rappresenta una soddisfazione e uno stimolo meravigliosi, l’amore stesso in questo modo aumenta. Dovremmo dare meno importanza a ciò che il mondo esterno può dire, e concedere una grande attenzione ai membri della famiglia. Si dovrebbe manifestare verso i membri della propria famiglia tenerezza, felicità e cortesia, perché sono le piccole attenzioni di ogni giorno che creano un ambiente felice. Se imparerete a fare questo e sarà il vostro proposito quotidiano, non avrete tempo per lasciarvi tentare da ciò che non vi appartiene e desiderare ciò che non è vostro, perché tutte le vostre energie saranno concentrate invece nella vostra relazione e rinnoverete ogni giorno il dono dell’amore. 

8° Comandamento: non rubare. Questo comandamento ci ricorda che nessuno ha il diritto di attentare alla proprietà altrui. Nel nostro mondo c’è troppa fame, povertà e miseria. Troppe differenze tra ricchi e poveri, troppe strutture sociali ingiuste, troppe persone che soffrono a causa della disoccupazione o perché sfruttate con lavori mal retribuiti. Il desiderio di lucro, di avidità, la corruzione, sono diventati un cancro sociale. A volte però, trascinati dall’andazzo della società iniziamo a credere che ci manchi la fortuna dell’altro, i suoi beni, il suo successo. Molto di ciò che appartiene al prossimo vorremmo averlo noi e anche rapidamente. Così compromettiamo il nostro onore sia apertamente che camuffandoci, cercando di appagare con “l’avere” una sete che solo con  “l’essere” potremmo saziare. Cerchiamo invece di godere di quello che abbiamo imparando a gestire le nostre risorse e anche a farcele bastare. 

9° Comandamento: non renderai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Questo comandamento condanna qualsiasi forma di menzogna che attenti alla reputazione dell’altro, a partire dalla calunnia e anche da critiche raffinate che vengono nascoste dietro i falsi complimenti. Parliamo troppo spesso degli altri e anche male, quando invece potremmo concentrarci sulla nostra crescita, sullo sviluppare delle qualità, sull’utilizzare il tempo libero imparando cose nuove. Cerchiamo quindi di concentrarci sulla nostra realtà senza giudicare quella degli altri, né tantomeno calunniarli o essere ipocriti nei loro confronti. Ognuno di noi ha un immenso valore e per dimostrarlo non abbiamo bisogno di sminuire l’altro. Impariamo a dire invece la verità, e qualora ci troviamo di fronte a qualcosa che non va, confrontiamoci serenamente solo con la persona interessata con l’obiettivo di riconciliarci e crescere se anche l’altro è disponibile, diversamente lasciamolo libero di fare la sua scelta senza per questo andare in giro a diffamarlo. Impariamo anche ad assumerci le nostre responsabilità come individui e chiediamo a Dio il coraggio per affrontare la realtà.

Il decimo comandamento può racchiudere gli altri invitandoci ancora una volta ad accontentarci di quello che siamo e abbiamo, senza invidiare gli altri e paragonarci con loro. 

In conclusione, che il Signore ti renda libero dai surrogati dell’amore, per imparare ad amare pienamente e senza riserve il tuo coniuge; libero dall’insoddisfazione materiale e dalla necessità di possedere a qualunque prezzo, libero da tutte le maschere, per imparare ad essere te stesso senza deformare la verità e libero dalle catene dell’invidia per sfruttare la pace. 

Trova la tua gioia nel Signore, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore”
Salmo 37:4

20. BEATI SIETE VOI QUANDO VI INSULTANO E VI PERSEGUITANO PERCHE' CREDENDO FATE LA VOLONTA' DI DIO

Cari lettori, siamo giunti al commento dell'ultima beatitudine che possiamo leggere nel Vangelo di Matteo 5:10-12: "Beati i persegu...