Vita in Abbondanza

martedì 11 febbraio 2020

Temete Dio - Il segreto della vera realizzazione, pace, saggezza e intelligenza.


Apocalisse 14:6,7
Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo e che aveva l'evangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo, e diceva a gran voce: «Temete Dio e dategli gloria, perché l'ora del suo giudizio è venuta; adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque».
Abbiamo visto come l’Evangelo Eterno rappresenta Cristo che con il suo sacrificio ha pagato per noi il salario del peccato donandoci la salvezza e la vita eterna per grazia. Gesù ha bevuto al posto nostro il calice dell’ira di Dio contro il peccato.
Solo che quando studiamo il messaggio dei 3 angeli di Apocalisse, rischiamo di enfatizzare solo la parte dell’Evangelo Eterno e quindi la salvezza per grazia, ma trascuriamo cosa significa accettare la salvezza di Cristo e il cambiamento che dovrebbe avvenire in noi che la riceviamo. Trascuriamo qual’ è la conseguenza dell’aver ricevuto l’Evangelo Eterno, rischiando così di trasformare la salvezza per grazia in una salvezza a buon mercato.
Il verbo “temete” nell’originale greco è scritto all’imperativo. Quindi è un comando di Dio. Quelli che si sono innamorati di Gesù e lo amano avendo capito il sacrificio che ha fatto per noi, adesso come prima cosa lo temono.
Per capire cosa significa “temere Dio”, dobbiamo vedere questa espressione così come la si trova in tutta la Bibbia.

Chi riceve veramente l’Evangelo Eterno è chiamato a cambiare vita per conformarsi agli insegnamenti di Gesù.
Tito 2:11-14
Infatti la grazia salvifica (l’Evangelo Eterno) di Dio è apparsa a tutti gli uomini, e ci insegna (la grazia di Dio non solo ci salva ma ci insegna a fare qualcosa) a rinunziare all'empietà e alle mondane concupiscenze, perché viviamo nella presente età saggiamente, giustamente e piamente (il vero Evangelo cambia la vita e cambia la nostra attitudine verso Dio e verso gli uomini), (mentre stiamoaspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo, il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere.
Proverbi 9:10
Il timore dell'Eterno è il principio della sapienza, e la conoscenza del Santo è l'intelligenza. (Puoi anche essere la persona più istruita ma se non hai timore dell’Eterno non hai ancora cominciato ad essere una persona veramente saggia. La vera sapienza e vera intelligenza, capaci di farti discernere il bene dal male, vengono dal Temere Dio).
Proverbi 15:16
Meglio poco con il timore dell'Eterno, che un gran tesoro con preoccupazioni. (Puoi avere grandi ricchezze e affannarti per esse ma secondo la Parola di Dio se non hai timore dell’Eterno non hai nulla e quello che possiedi non ti giova a nulla. Il Timore dell’Eterno equivale ad avere la pace interiore che nessuna difficoltà terrena può scuotere).
Isaia 45:8,9
Stillate, o cieli, dall'alto e le nuvole facciano piovere la giustizia. Si apra la terra, produca la salvezza e faccia germogliare insieme la giustizia. Io, l'Eterno, ho creato questo.  Guai a chi contende con chi l'ha formato, un frammento di vasi di terra con altri frammenti di vasi di terra. Dirà l'argilla a chi la forma: «Che fai?», o dirà la tua opera: «Non ha mani?». (Dio è il Creatore, è eterno, è onnipotente, è onnisciente, è immortale. E noi siamo argilla, siamo fango, siamo opera delle sue mani, siamo creature. Per questa ragione dobbiamo a Dio il timore che è dovuto al suo nome. Per avere timore dell’Eterno dobbiamo capire bene: chi è Dio e chi siamo noi?).
Salmo 9:20
O Eterno, infondi in loro spavento; fa' che le nazioni riconoscano di essere semplicemente dei mortali. (Questo Salmo sta dicendo che l’uomo dal più semplice al ministro, governante, presidente, re, capo religioso, è tenuto a riconoscere che non è dio ma è un semplice mortale. Il vero Dio è colui che rimane in eterno e richiede la nostra “riverenza”. Spesso l’uomo ha bisogno di essere atterrato per riconoscere di essere fango, di essere argilla, di essere comune mortale).
Levitico 19:3
Ognuno di voi rispetti sua madre e suo padre e osservate i miei sabati. Io sono l'Eterno, il vostro DIO. (Noi rispettiamo e onoriamo i nostri genitori perché ci hanno dato la vita. O meglio, Dio, attraverso di loro ci ha dato la vita, ma in un certo senso sapendo che ci hanno messo al mondo e ci hanno cresciuti, ci sentiamo in dovere di rispettarli e onorarli. Temere Dio non significa avere paura di Lui pensando che ci distruggerà. Ma è un’attitudine di rispetto che dobbiamo avere nei suoi confronti come quella che dovremmo avere verso i nostri genitori).
Deuteronomio 13:4
Seguirete l'Eterno, il vostro DIO, lui temerete, osserverete i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua voce, lo servirete e rimarrete stretti a lui. (Seguire l’Eterno significa avvicinarsi a Lui. In alcuni testi dell’AT questa parola ebraica viene tradotta con “attaccare” come la colla. Temere Dio significa quindi essere “attaccati” a Lui in un legame indissolubile, non poter fare a meno di Lui, riconoscere che dipendiamo da Lui e sentirne il bisogno quotidianamente).
Deuteronomio 28:58
Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e tremendo, l'Eterno, il tuo DIO… (Il nome dell’Eterno è così sublime, sovrano ed elevato che bisogna averne grande rispetto. Temere Dio significa rispettare il suo nome. Il nome di Dio è così grande e degno di essere rispettato che tra i 10 comandamenti che Dio ci ha dato il terzo si riferisce proprio a questo). In Esodo 20:7 infatti leggiamo:
Non userai il nome dell'Eterno, il tuo DIO, invano, perché l'Eterno non lascerà impunito chi usa il suo nome invano. (La parola «invano» significa in modo inutile). Il Padre Nostro, la preghiera insegnataci da Gesù inizia con: Santificato sia il Tuo Nome”. Quindi dovrei chiedermi ogni giorno: il mio atteggiamento, le mie parole, i miei pensieri, le mie azioni, le cose che leggo, i programmi televisivi che guardo, le conversazioni che ho con le altre persone, il modo in cui uso internet, stanno santificando il Nome di Dio?
1 Cronache 16:29,30
Date all'Eterno la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte (i nostri corpi, i nostri pensieri, le nostre parole dovrebbero essere offerte al Signore ogni giorno) e venite davanti a lui. Prostratevi davanti all'Eterno nello splendore della sua santità; tremate davanti a lui, o abitanti di tutta la terra! Sì, il mondo è stabile e non sarà smosso. (Temere Dio significa avere riverenza nei suoi confronti. Non solo spesso non temiamo Dio nella nostra quotidianità, nelle nostre case, nel posto di lavoro, con gli amici ma questo si manifesta anche in chiesa. Il concetto che abbiamo di Dio durante la settimana determinerà anche il nostro comportamento che avremo in chiesa. Se ci soffermassimo di più a pensare chi è Dio e chi siamo noi, capiremmo il rispetto che gli dobbiamo ogni giorno nella nostra vita, nel modo in cui parliamo, nei nostri sguardi, nel modo in cui vestiamo (saremmo meno provocanti, più semplici), nel modo in cui pensiamo e questo si rifletterebbe anche all’interno della chiesa).
In Marco 11:17 leggiamo cosa insegnava Gesù riguardo l’atteggiamento che dovremmo avere anche in chiesa nel temere Dio:
E insegnava, dicendo loro: «Non è scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti"? Ma voi ne avete fatto un covo di ladroni”.
I mercanti continuavano a portare avanti i loro affari nella casa dell’Eterno. Noi oggi non siamo da meno, il rapporto che abbiamo con Dio durante la settimana determina il nostro atteggiamento che abbiamo in chiesa: seduti comodamente tra le panche, continuiamo a parlare dei nostri affari, della nostra settimana, non ascoltiamo le predicazioni, ci guardiamo a destra e a sinistra distratti da ogni cosa e ogni persona, ci vestiamo in un certo modo, pensiamo in un certo modo, non mostriamo riverenza e la chiesa è diventata un “mercato” più che un luogo di culto.

In 2 Cronache 7:3,4a leggiamo riguardo l’atteggiamento che dovremmo avere anche in chiesa (Nel contesto del versetto si sta inaugurando il tempio di Salomone e guardate cosa fanno i figli d’Israele):
Tutti i figli d'Israele, quando videro il fuoco scendere e la gloria dell'Eterno posarsi sul tempio, si prostrarono con la faccia a terra sul pavimento, adorarono e lodarono l'Eterno, «perché è buono, perché la sua benignità dura in eterno». Poi il re e tutto il popolo offrirono sacrifici davanti all'Eterno!
Guardate l’attitudine. Nella casa dell’Eterno dovremmo offrire in sacrificio vivente i nostri corpi, il nostro cuore e la nostra mente a Dio e inchinarci fino a terra davanti a Lui, ossia umiliarci davanti alla Sua presenza. Sapete perché ai tempi biblici le persone si prostravano con la fronte fino a terra? Perché riconoscevano che erano fatti della stessa materia, erano polvere. Sapete che la nostra parola “umiltà” deriva dal latino “humus”? Humus è terra, polvere. Quindi avere umiltà significa riconoscere che siamo polvere, che bisogna andare alla presenza di Dio con timore e tremore. I profeti lo sapevano bene questo:
  • Quando il profeta Isaia vide il tempio del cielo dove era seduto Dio (Isaia 6) si rese subito conto di essere «impuro» e di non essere «nulla» a confronto.
  • Quando Mosè incontrò Dio nel pruno ardente (Esodo 3:5,6) si coprì il viso perché aveva paura di guardare Dio, sapeva di trovarsi alla Sua presenza.
Quando andiamo a Dio con umiltà, con timore e tremore, allora Dio ci accoglie e ci abbraccia come figli.

Deuteronomio 10:12,13
E ora, o Israele, che cosa richiede da te l'Eterno, il tuo DIO, se non di temere l'Eterno, il tuo DIO, di camminare in tutte le sue vie, di amarlo e di servire l'Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, e di osservare per il tuo bene i comandamenti dell'Eterno e i suoi statuti che oggi ti comando? (Temere Dio è strettamente legato all’ubbidirgli. In altre parole: il primo angelo sta dicendo: l’Evangelo Eterno ti ha salvato, Cristo ha bevuto la tua coppa. È morto per te. E adesso, per gratitudine e per amore nei suoi confronti temi Gesù e ubbidiscigli).
Romani 3:10-18
Come sta scritto: «Non c'è alcun giusto, neppure uno. Non c'è alcuno che abbia intendimento, non c'è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c'è alcuno che faccia il bene, neppure uno. La loro gola è un sepolcro aperto, con le loro lingue hanno tramato inganni, c'è un veleno di aspidi sotto le loro labbra; la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; sulle loro vie c'è rovina e calamità, e non hanno conosciuto la via della pace; non c'è il timore di Dio davanti ai loro occhi». (Il timore di Dio è separarsi dal male. Chi fa queste cose non sta temendo Dio).
Chi vive le opere della carne non si sta separando dal male e non erediterà il regno di Dio. In Galati 5:19-21 leggiamo:
Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.
Al contrario, temere Dio significa vivere una vita di santità rispondendo all’amore di Cristo per noi e portando il frutto dello Spirito. In Galati 5:22,24,25 leggiamo:
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
Ebrei 12:14
Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore.
Ecclesiaste 12:13,14
Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: «Temi DIO e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell'uomo». Poiché DIO farà venire in giudizio ogni opera, anche tutto ciò che è nascosto, sia bene o male.

Nel prossimo studio esamineremo ancora meglio come al “Temete Dio”, segue il “Dategli gloria” procacciando la santificazione e permettendo allo Spirito Santo di compiere in noi una trasformazione totale a immagine di Cristo Gesù per ereditare il Suo Regno.
Passiamo intere giornate a volte senza pensare chi è Dio. Passiamo intere giornate senza pensare nemmeno a Dio. Prendiamo sul serio l’appello del Signore e chiediamogli di seminare nei nostri cuori il Timore di Dio e di consacrare ogni giorno il nostro tempo a Lui, meditando sulla sua Parola e passando tempo in preghiera.
Chiediamo a Gesù di fare in modo che noi riconosciamo il bisogno che abbiamo di Lui e possiamo fare di Dio la nostra priorità quotidiana.
Dio ti benedica. Amen

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