Siamo arrivati al commento della quinta beatitudine.
Il cuore dell’uomo è per natura freddo, triste, insensibile. La beatitudine naturale dell’uomo contrapposta a quella del Vangelo in realtà è:
Beati quelli col cuore vendicativo e coriaceo, sensibili solo a quel che tocca loro o, semmai, i loro familiari. Troveranno durezza, non-amore, rifiuto. Beati i violenti, gli aggressivi. Raccoglieranno ciò che seminano: conflittualità, odio rancore, divisione, distruzione.
L’uomo per natura è egoista, non capace di usare una vera misericordia e di accordare un sincero perdono al prossimo. Quando l’uomo riesce a vivere tutto questo, è solo perché lo Spirito Santo di Dio agisce esercitando il suo influsso. In 1 Giovanni 4:19 leggiamo:
“Noi amiamo Dio, perché egli per primo ci ha mostrato il suo amore”.
E di conseguenza siamo esortati ad essere come lui. Quindi i misericordiosi sono tali nella misura in cui sperimentano personalmente l’amore e la misericordia di Dio, nella misura in cui si relazionano con il Padre celeste e la Bibbia, dove Egli si rivela e si fa conoscere. Più ci relazioneremo con Cristo, più conosceremo il suo carattere e più sperimenteremo la sua misericordia facendone dono anche al prossimo.
AVERE MISERICORDIA NON SIGNIFICA
sacrificarsi malvolentieri per qualcuno, o compiere dei vuoti culti esteriori per ingraziarsi Dio e muoverlo a Sua volta ad avere misericordia di noi.
NON E’ UN ATTEGGIAMENTO
di permissiva cortesia verso l’altro, il diverso, la persona scomoda. Non basta “sedersi a tavola” con qualcuno che gli altri non hanno accettato. Ma, come ci mostra Gesù nel Vangelo quando mangia con i peccatori e gli emarginati, dobbiamo avere un atteggiamento interiore particolare con le persone più in difficoltà. Non basta condividere il pasto, una festa, una gita, un gioco. Dobbiamo abbandonare i nostri egoismi, essere miti, col cuore libero di amare, essere pronti a dare noi stessi oltre che qualcosa di materiale.
NON BASTA AVERE COMPRENSIONE
verso il prossimo o non giudicarlo. Avere misericordia vuol dire amarlo e partecipare vivamente alla sua storia, soccorrerlo nel bisogno materiale e spirituale, secondo le nostre possibilità, confidando nell’ aiuto di Dio (attraverso la preghiera) che è il primo ad essere misericordioso.
SOCCORRERE CHI HA FAME, SETE
chi è malato, nudo, carcerato o forestiero (Matteo 22,35ss). E’ fare quello che ha fatto Gesù, quello che Dio fa continuamente. Anzi, chi esercita la misericordia verso qualcuno non lo fa soltanto per quella persona, ma per Gesù stesso che ha assimilato a sé chiunque viva nel bisogno.
BEATI .... PERCHÉ TROVERANNO MISERICORDIA
Gesù promette la vita eterna, la “promozione” nel giudizio finale a chi avrà amato il prossimo come ha fatto Lui, anzi, a chi regala gioia, vita e comprensione la riceverà da Dio anche nei giorni della propria esistenza terrena. E come paragonare la nostra misericordia con quella divina?
NELLA NOSTRA SOCIETA’
spesso dietro gli aiuti che vengono pubblicizzati come tali si nascondono delle pericolose insidie che possono portare alla morte fisica o psicologica. Per superare la depressione, le difficoltà, la povertà materiale, il dolore, il male fisico o il disagio, in genere ci vengono proposte soluzioni o alternative che si dicono “miracolose”. Queste persone con il culto del corpo, la pubblicità, il consumismo, la droga, la magia, il potere, la violenza, sembrano donarci le uniche vie buone per uscire dalle nostre difficoltà. Al contrario queste “opere di misericordia” avviliscono l’essere umano ed arricchiscono soltanto chi le propone.
Quindi domandiamo sinceramente per riflettere:
Nel mio modo di parlare uso dolcezza ed attenzione con tutti o a chi mi parla con durezza ed aggressività rispondo alla stessa maniera?
Il mio silenzio, invece, è un mutismo che ferisce più delle parole? Perché sintomo di indifferenza ed incomprensione?
Se qualcuno con astio si chiude nel suo silenzio cosa faccio?
Quando mi offendono o mi maltrattano prego per queste persone oppure covo vendetta e rancore?
Sono orgoglioso, arrogante, ho paura di soffrire, cos’è che mi impedisce di fare del bene agli altri?
Mi affido a Dio nella preghiera affinché il mio cuore possa cambiare?
Ecco, credo che confrontandoci con queste domande, noi tutti riconosciamo di essere limitati e di avere bisogno dell’intervento di Dio e dello Spirito Santo nella nostra vita per essere in grado di usare misericordia verso l’altro. Allora, ti invito a non scoraggiarti ma allo stesso tempo a prendere posizione. Prega oggi Dio con simili parole:
“Caro Padre, mi rendo conto di essere limitato/a, debole, e non capace di fare il bene in modo naturale. Mi rendo conto che io per primo/a ho bisogno di lasciarmi amare da te, di sperimentare la tua misericordia, di conoscere più a fondo il tuo amore. Sono consapevole che tu desideri liberarmi e guarirmi dalle mie ferite. Per cui, ti chiedo anche oggi di donarmi il tuo Spirito Santo, affinché tramite Lui, il potere del peccato possa essere schiacciato in me. Ti prego, salvami e proteggimi dal peccato del mondo, donami protezione completa contro gli angeli caduti, tienimi lontano dalle tentazioni e strappami, se necessario, per salvarmi dalla mia vecchia natura corrotta. Di conseguenza, rendimi simile a te e capace di usare misericordia anche con il prossimo. Solo tu Padre puoi darmi ogni giorno un cuore nuovo affinché la natura dei miei pensieri, delle mie parole, delle mie azioni cambi e si conformi alla tua immagine per darti gloria. Ti ringrazio perché so che hai già ascoltato e risposto alla mia preghiera. Nel nome di Gesù. Amen”.
Che il Signore benedica te che leggi e coloro con i quali vorrai condividere questo prezioso messaggio.